Welcome “Arnold”

Mentre l’hardware preoccupa relativamente poco Perry, il suo più grosso dilemma è relativo all’interprete BASIC da inserire sulla ROM. Il mercato è praticamente dominato da Microsoft, ma per AMSTRAD serve qualcosa di più economico per poter presentare sul mercato un calcolatore a prezzi stracciati.

A indirizzarlo sulla strada giusta è il suo ex compagno di college Howard Fisher che da poco ha terminato di lavorare a un progetto software per la Acorn, realizzato in partnership con Chris Hall e Richard Clayton, fondatori della Locomotive Software.

locomotive software logo

Il logo della Locomotive Software

Perry si presenta direttamente alla Locomotive Software, camuffando il prototipo (composto, lo ricordiamo, da: case, tastiera, lettore di cassette e poco altro) con il nome di Arnold (anagramma di Roland, nome di battezzo di Perry). Lo scopo primario della rimozione del marchio “AMSTRAD” è quello di non rilevare il committente, creando anche una volontaria affinità con Arnold Weinstock, capo della General Electric, per fantasiose ipotesi che associno quel prototipo proprio al colosso britannico.

Questa scelta è dettata anche dalla reputazione non proprio brillante che AMSTRAD si porta dietro per via dei prodotti particolarmente economici e di bassa qualità. Infatti né Locomotive Software né gli altri tecnici coinvolti sanno bene cosa faccia realmente AMSTRAD, ma un po’ tutti sanno che chi ha comprato un registratore prodotto dalla società ha spesso giurato di non affidarsi mai più ad essa.

L’incontro con la Locomotive è proficuo, ma il fattore tempo è un problema da affrontare: la società ha sì sviluppato un interprete BASIC, ma lo ha fatto per calcolatori basati sullo Z80 e i tempi prospettati (circa 3 mesi) non sono sufficienti per completarne il porting su architettura MOS. Così viene suggerita a Perry un’alternativa: perché non passare dal processore MOS a quello Zilog? 

 

Chris Hall hall

Richard Clayton clayton 

Tenuto conto che il lavoro fatto fin ora è sì interessante, ma solo embrionale, mancando componenti importati (come il già citato chip audio) e necessitando di una completa reingegnerizzazione, Perry accetta il suggerimento di Clayton e contatta, sempre su suggerimento di quest’ultimo, Mark-Eric Jones (detto “Mej”) per riprogettare l’hardware:

“Roland turned up with a PCB with a whole load of chips on it. There were clearly some issues with the board, to put it mildly. I looked at it and noticed that some of the chips didn’t have the power supply connected to them, and I thought ‘well this is not going to be able to work’. The were clearly some errors on it. It may have been that some of those could have quickly been solved, who knows, but if there were things I could find in such a short time, perhaps there were other problems that would take longer to uncover. I do recall an uneasy feeling about the design. Now I suppose all designers feel that if they look at someone else’s design, but this went further than normal. I had no 6502 experience but had done many Z80 designs, so as far as I was concerned it was no-brainer to switch to the Z80.” [Mej]

[“Roland si presentò con un PCB pieno di chip. A voler essere buoni, erano evidenti alcuni problemi grossolani tanto che mi è bastato dare un’occhiata per notare che alcuni dei chip non avevano l’alimentazione collegata, cosa che mia ha fatto pensare che il tutto non poteva ovviamente funzionare. Alcuni forse si potevano risolvere rapidamente, altri potevano richiedere più tempo per essere scoperti. Ricordo la sensazione di disagio per il design relativo, sensazione che andava oltre il normale sentore di un progettista che guarda il lavoro di un altro. Non avevo alcuna esperienza con il 6502, ma avevo fatto molti progetti con lo Z80, quindi, per quanto mi riguarda è stato gioco da ragazzi passare ad esso.”]

Mej viene inoltre affiancato dal giovane Roger Hurrey. Chiusi tutti gli accordi, con la Locomotive Software che chiede 45.000£ e Mej un non specificato compenso pre-concordato, i lavori procedono senza particolari intoppi con l’obiettivo inderogabile di terminare il tutto per l’inizio di Dicembre (1983). Bisogna sottolineare, a questo punto, che nonostante il Team abbia una quasi totale autonomia, le scelte di Alan Sugar sono comunque vincolanti e spesso il suo comportamento è assimilabile a quello di Steve Jobs quando dirigeva il progetto Macintosh. Sua è la scelta che l’home computer “deve essere grande”, per dare la sensazione di maggior valore. Inoltre, nonostante il CPC 464 sia dotato di una unità a nastro, Alan Sugar prende contatti con alcune società per lo sviluppo e la fornitura di floppy drive da 3”, preferendoli a quelli più costosi da 3.5”.

Mark-Eric Jones ricorda così quelle interminabili settimane:

“It was a time of intense work. We were living off frozen pizzas more or less, and every evening working late into the night. This was largely happening in the house I owned at the time. Roger was there with us. We had a drawing board out. There wasn’t any schematic capture back then so it was all drawn with pencil on paper, and that’s how the design was evolving. We were building prototypes in the spare bedroom. My wife – she was my girlfriend at the time – was hauled in to solder prototype PCBs.”

[“E’ stato un periodo di intenso lavoro. Mangiavamo quasi sempre pizze surgelate e ogni sera si lavorava fino a tarda notte. Tutto questo lavorando a casa, su un tavolo da progettazione posto all’esterno. Tutto è stato disegnato a mano e si evolveva gradualmente attraverso i prototipi costruiti in camera da letto. Roger era lì con noi. Non c'era alcuno strumento di supporto, così tutto è stato tutto disegnato con la matita sulla carta, ed è così che il progetto si evolveva. Mia moglie – all’epoca la mia ragazza - è stata coinvolta per la saldatura dei prototipi del PCB.”]

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