IBM PCjr

pcjrL'IBM PCjr (nome in codice “Peanut”) è stato, al contempo, sia uno dei calcolatori IBM maggiormente attesi che uno di quelli più deludenti, tanto da attirare innumerevoli critiche da parte della stampa, degli analisti del settore, dei distributori e degli utenti, spingendo al rialzo le vendite dell’Apple II.

In sostanza il PCjr è stato un vero e proprio fallimento.

Il principale problema della nuova soluzione è l’ambiguità nel suo posizionamento sul mercato: BigBlue lo progetta come un sistema domestico ma l’inclusione di caratteristiche quali networking e CPU a 16-bit (più spiccatamente professionali) non gli consento di abbinarlo ad un prezzo sufficientemente abbordabile.

Il sistema nel suo complesso è decisamente compatto in modo da poter esse spostato agevolmente: l’unità centrale ha un peso di circa 2.7 Kg (4 con l’unità floppy), misura 35x29x10 cm, ed è abbinata ad una tastiera senza fili ad infrarossi, dalle dimensioni di 34x17x2.8cm e dal peso di circa 700gr (800 con le batterie). A corredo una comoda borsa per il trasporto.

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Il PCjr si presenta sul mercato con due configurazioni diverse:

  1. la prima, più economica, con 64 KB di RAM, processore Intel 8088 (senza il supporto al coprocessore matematico 8087), interfaccia seriale RS-232, tastiera, due connettori a cartuccia e vari connettori per le diverse espansioni;
  2. la seconda, con più RAM e un floppy 5 1/4 da 360K.

La tastiera, teoricamente utilizzabile fino a 6metri di distanza, si rileva disastrosa, viste le interferenze con altri apparecchi domestici come, ad esempio, il telecomando. Inoltre, sempre la tastiera, non è realizzata seguendo gli standard dettati dal PC 5150, ma utilizzando dei tasti di gomma secondo il sistema “IBM Chiclet”, perdendo l’amato “click” e rendendola molto simile a quella dello ZX81. Inoltre i tasti sono troppo distanti (circa 1cm), cosa che non favorisce una buona esperienza di battitura, e sono solo 62, a differenza degli 83 di quella del “cugino”.

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Ufficialmente, IBM motiva la sua scelta associandola a software educativi e al fatto che tutti i tasti sono programmabili. In realtà gli utenti mal digeriscono la scelta e BigBlue è obbligata a correre subito ai ripari sostituendola con una soluzione più “tradizionale”.

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Il calcolatore, collegabile ad un televisore standard, è un deciso salto in avanti per quel che riguarda la parte grafica, eliminando lo sfarfallio abbastanza comune dei primi PC e gestendo tre modalità operative:

  1. alta risoluzione a 4 colori (solo nella versione più avanzata e con uno specifico monitor RGB)
  2. media risoluzione a 16 colori a 80 colonne;
  3. bassa risoluzione  a 16 colori con 40 colonne e 2 colori a 80 colonne. 

Per quel che riguarda la connettività, il PCjr dispone di: due connettori per joystick, uno per una stilo, una porta seriale RS-232 per stampante o modem esterno (M), una connessione a una memoria a cassetta, due connettori per cartuccia, un connettore per l’espansione di memoria e un generatore di suoni.

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In particolare, la possibilità di utilizzare le cartucce (posizionate sul frontale sotto il lettore floppy) consente di lasciare libera la maggior parte della memoria per l’elaborazione dei dati, visto che il programma può contare sulle ROM (max 64Kb) presenti in esse.

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Sempre in tema di espansioni, troviamo un altro problema di progettazione: l’alimentatore di soli 33W (rispetto a 63,5 W offerti dal PC) diventa assolutamente insufficiente quando si installa hardware aggiuntivo. Anche qui la soluzione offerta da BigBlue è alquanto artigianale: installare un alimentatore opzionale che fornisce altri 20W al sistema.

In realtà l’alta espandibilità è uno dei pochi aspetti realmente interessanti di questo sistema e, tra i più originali, vanno segnalati i vari kit di espansione del case con tutto il necessario già pre-confezionato. Diversi produttori hanno abbracciato la realizzazione di soluzioni di espansione, Quadram e Technologies Ltd in primis, quest’ultimo con una espansione che conta anche un disco rigido da 10Mb.

IBM 5150: "Il" Personal Computer

ibm5150L’IBM 5150 è il capolavoro di BigBlue nel settore dei Personal Computer. Diretta derivazione del 5130 e del DisplayWriter, viene ufficialmente presentato il 12 agosto del 1981 al COMDEX di Las Vegas, ed è basato sulla CPU Intel 8088 a 4.77 MHz. La dotazione hardware prevede fino a 64Kb di RAM (espandibile fino a 256Kb), una tastiera composta da 83 tasti, un sistema di archiviazione su nastro o, opzionalmente, una/due unità floppy da 5” e ¼ e 360Kb di capacità (doppia densità, single-sided). Non è previsto il supporto ai dischi rigidi. Il calcolatore dispone, inoltre, di cinque slot di espansione ed è accompagnato dal Monitor a fosfori verdi IBM 5151 (anche se non strettamente necessario visto che la scheda video CGA può utilizzare anche un normale televisore), supportando comunque fino a quattro colori differenti dei grafici e 24 colori differenti per testo.

Il costo di vendita si assesta sui 1.565dollari.

In realtà dalla catena di produzione sono usciti solo pochissimi esemplari con cassetta, visto che tale sistema era supportato solo dal BASIC installata sulla ROM e non dal sistema operativo DOS.

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Il progetto nasce dall'intuzione di William C. Lowe, convinto che IBM debba abbracciare il nascente mercato dei personal computer, partendo da quanto realizzato nell'area dei microcomputer con la serie 5100. Per questo si concentra su un'analisi di mercato che evidenzia come, non solo la scelta per BigBlue sia obbligata, ma che la sua discesa in campo significherebbe un definitivo riconoscimento ufficiale del nuovo settore, dominato da Apple, Tandy e Commodore, ovvero la "1977 Trinity".

Lo studio, presentato al presidente John R. Opel e al comitato di approvazione strategico Corporate Management Committee (CMC), evidenzia l'impossibilità per IBM di realizzare un personal computer seguendo i classici canoni organizzativi della società. Perciò, Lowe propone due strade: acquistare una delle società produttrice di personal computer o chiedere ad essa di progettare un nuovo calcolatore da vendere poi con il proprio marchio (l'ipotesi sul tavolo è quella di ATARI), oppure creare un gruppo interno svincolato dalla burocrazia tipica di BigBlue e libero di lavorare autonomamente al nuovo progetto.
La prima ipotesi viene bollata freddamente da un dirigente come

"the dumbest thing we've ever heard of"
[la cosa più stupida di cui abbia mai sentito parlare]

mentre la seconda viene ritenuta "perseguibile" e Lowe viene autorizzato alla costituzione di un gruppo di 12 tecnici (The Dirty Dozen), presso il laboratorio di Boca Raton, per lavorare al "personal computer IBM".
Il gruppo, derivato dal Team del modello 5120, riesce a produrre un prototipo ad agosto, entusiasmando il CMC che predispone un Product Development Group indipendente, denominato "Chees", allo scopo di trasformarlo in un prodotto commerciale entro un anno.

Al futuro PC viene dato il nome in codice di "Acorn" e la relativa governance viene affidata, dallo stesso Lowe, a Philip D. Estridge, il quale raddoppia le dimensioni del Team originale, e, per abbattere tempi e costi, prende in prestito alcuni elementi (Architettura del Bus e Tastiera) dal progetto parallelo che porterà al System/23 DataMaster. Indirettamente, sempre dal System/23, viene anche preso il core del BIOS, visto che a lavorare alla versione per "Acorn" è David J. Bradley, impegnato su entrambi.

La scelta del processore è abbastanza ardua, essendo combattuta tra l'Intel 8086, il Motorola MC68000 e l'Intel 8088. Alla fine, tenuto conto del target di riferimento e dei costi, viene scelto quest'ultimo.

A marzo, Lowe lascia Boca Raton per assumere il ruolo di Vice Presidente della Information Systems Division a Rochester (Minnesota), diventandone al contempo direttore generale. Inoltre, il nuovo vice presidente viene seguito da Joe Bauman, responsabile della produzione di "Acorn", lasciando il posto a Dan Wilkie
Anche il fronte marketing è al lavoro, grazie a H. L. Sparks e James D'Arezzo che con la "Lord, Geller, Federico and Einstein" (agenzia pubblicitaria di New York fiduciaria di IBM) mette a punto la famosa pubblicità con Charlie Chaplin.

Durante i primi mesi del 1981, "Acorn" si trasforma ufficialmente in IBM Personal Computer e ottiene l'approvazione finale del CMC a luglio, mentre la data di commercializzazione ufficiale è il 12 Agosto del 1981.

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Don Estridge

Il nuovo calcolatore viene realizzato come un “assemblato”, utilizzato una varietà di componenti commerciali OTS (off-the-shelf) sviluppati da diversi produttori (OEM) sparsi in varie parti del mondo. Ciò si è contrapposto al trend precedente di IBM che, tipicamente, prevedeva lo sviluppo in house della maggior parte dell’hardware. Inoltre, per ridurre tempi e costi, viene riutilizzato un monitor precedentemente sviluppato e il PC viene affiancato da un modello di stampante Epson già esistente.

Tale scelta favorisce, involontariamente, l’escalation di due società destinate a diventare leader dei rispettivi settori: Intel e Microsoft. La prima viene valorizzata grazie all’utilizzo della CPU 8088 al posto della CPU IBM 801, soluzione RISC di un ordine di grandezza più potente di quella della società di Santa Clara. Dualmente, Microsoft viene eletta “Re dei Sistemi Operativi” grazie alla scelta di utilizzare l’IBM(MS) DOS invece che una soluzione proprietaria o il più noto e maturo CP/M, che IBM tenta di portare sul suo nuovo microcomputer fino alla fine senza riuscire a stringere però un accordo con Digital Research.

Probabilmente l’unico componente made in BigBlue degno di nota è la tastiera.

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Per il 5150, IBM decide di creare un’architettura aperta, in modo da spingere altri produttori a produrre periferiche e software compatibili senza la necessità di pagare royalties: una rivoluzione, se si pensa a quanto fatto da IBM precedentemente, ma anche paragonato all'approccio della "1977 Trinity", Apple in particolare.
Il tutto è favorito da una ricca documentazione, primo tra tutti il manuale IBM PC Riferimento tecnico che include gli schemi circuitali, informazioni sul BIOS, e altri elementi di informazione e di programmazione. La scelta ha un successo clamoroso tanto che a sole sei settimane dall’annuncio della disponibilità del nuovo calcolatore, la Tecmar (uno dei più importanti produttori di elettronica) ha già a catalogo circa 20 prodotti di espansione: dalla memoria alle porte IEEE-488. 

Inoltre, in breve tempo, il mercato dei PC Compatibili assume proporzioni al di là di ogni attesa, facendo sperare a BigBlue di guadagnare lauti introiti grazie al copyright sul BIOS, elemento che ogni macchina deve montare per essere compatibile con il PC IBM originale. Le cose però cambiano rapidamente e presto compaiono BIOS (frutto anche di un’intensa e probabilmente illegale attività di reverese engineering) compatibili e senza vincoli sul diritto d’autore. Ciò porta alla nascita nel mese di giungo del 1982 del primo “clone” del PC IBM, prodotto dalla Columbia Data Products.

Da quel momento in poi il controllo della piattaforma PC IBM è passato da IBM al mercato, con prodotti a volte superiori a quelli realizzati da BigBlue e anche in anticipo con i tempi. Si pensi, ad esempio, a Compaq che per prima ha introdotto il portatile PC IBM-compatibile.

IBM 5322 - System/23 Datamaster

datamasterL'IBM System/23 Datamaster (5322) viene annunciato a luglio del 1981, a solo un mese dal lancio del PC IBM (5150), pensato per fornire all’utenza professionale un sistema più compatto ed economico con cui gestire le proprie attività.

Infatti, il prezzo di poco inferiore ai 10.000 dollari rende il Datamaster uno dei microcalcolatori più economici del periodo e, quindi, estremamente conveniente per le piccole imprese. Datamaster ha, inoltre, la caratteristica di essere utilizzabile contemporaneamente da due persone diverse, sia su attività connesse che su attività distinte.

 

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Datamaster ADV

Il Datamaster sfrutta la CPU Intel 8085 ad 8bit (1977), meno costoso ma anche meno performante dell’8080, affiancato da 64Kb di RAM. Il monitor CRT integrato a fosfori verdi ha una risoluzione di 80x24, mentre le due unità a floppy da 8” consentono una capacità di memorizzazione massima di 4.8Mb.

Di base il 5322 viene fornito con programmi di elaborazione testi e dati, oltre all’immancabile interprete BASIC.

IBM DisplayWriter

displaywriterTre mesi dopo il lancio commerciale del 5120 (giugno 1980), IBM annuncia DisplayWriter, dedicato espressamente all’elaborazione testi in ambito aziendale e caratterizzato da costi relativamente contenuti (da 8.000 a circa 26.000 dollari). DisplayWriter introduce caratteristiche decisamente innovative per il periodo di riferimento: giustificazione a sinistra, centro e destra, sottolineatura del codice, controllo ortografico e salvataggio del documento per elaborazioni successive.

Il sistema si avvia direttamente da floppy, contenente sia il sistema operativo p-System UCSD (sviluppato in PASCAL) sia DisplayWrite, il software di elaborazione testi sviluppato direttamente da BigBlue.

DisplayWriter poteva contare, a seconda del modello, di 160Kb, 192Kb o 224Kb di RAM, oltre a due unità floppy esterne da 8” e un modulo opzionale per condividere le informazioni attraverso la linea telefonica, una sorta di rudimentale modem. Presente ovviamente la possibilità di collegare il microcalcolatore ad una stampante per riprodurre su carta i documenti elaborati.

Questo modello non adotta lo stile all-in-one dei precedenti, separando tastiera, unità centrale, monitor e unità floppy. In particolare il design sarà di ispirazione per il futuro PC 5150.

 

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IBM DisplayWriter

IBM 5120 Computing System

5120 aDue anni dopo il lancio del 5110 (1980), IBM presenta il 5120, un sistema all-in-one pensato per i professionisti ed acquistabile con una stampate ad aghi (IBM 5103 da 120 caratteri al secondo) per meno di 13.500 dollari.

Chiaramente il costo della sola unità desktop varia in base alla configurazione, partendo da un minimo di 9.300dollari fino ad un massimo di quasi 24.000.La dotazione di RAM (fino a 64Kb) e la disponibilità dei linguaggi BASIC e APL, lo pongono in stretta continuità con il 5110, così come il monitor monocromatico integrato (64 caratteri x 16 righe) e la tastiera con 73 tasti e tastierino numerico. A fare la differenza è la sostituzione dell’unità a nastro integrata con due floppy da 8” dalla capacità massima di 1.2Mb ognuno, e le porte di comunicazioni seriale e parallela. Anche il peso è decisamente importante: il 5120 raggiunge i 45Kg.

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IBM 5120

Insieme al 5120, IBM rilascia anche una serie di nuovi applicativi pensati per aiutare le aziende e ideali per eseguire operazioni come: l'inventario, la fatturazione, paghe e contabilità.

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IBM 5120 ADV

 

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