A settembre del 1983, Microsoft annuncia al Comdex di Las Vegas il suo nuovo ambiente operativo: Microsoft Windows. Durante l'evento, viene mostrata una versione ancora embrionale della GUI, denominata Interface Manager e realizzata da Chase Bishop. Nonostante lo scarso interesse da parte dei visitatori, la casa di Redmond crede fortemente nelle interfacce grafiche e affida la gestione del progetto (primavera 1985) a Tandy Trower, figura chiave nella trasformazione di un presunto vaporware nel futuro leader di settore e alla base della Microsoft Revolution. Come di vede dalla figura successiva, Interface Manager è molto differente dalla prima versione di Windows, con lo schermo diviso in due parti: il pannello funzionale (sotto) e l’area dove vengono posizionate le finestre una volta aperte.

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Schermata di Boot di Interface Manager

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Prima schermata dopo l'avvio

Trower è in Microsoft da oltre un triennio, occupandosi prima di alcuni prodotti di intrattenimento come Flight Simulator, successivamente, della gestione dei progetti relativi ai linguaggi di programmazione, con particolare ed ovvia enfasi sul Basic ma con occhi attenti sul FORTRAN, COBOL, 8086 Macro Assembler ed una versione proprietaria del Pascal.

Proprio quest’ultimo linguaggio è fonte di particolari preoccupazioni, vista l’avanzata del Turbo Pascal di Borland che tenta di imporsi come linguaggio principe in ambito formativo al posto del Basic e l'insoddisfazione di Gates rispetto al progetto interno che rischia di essere un vano tentativo di combattere Borland, che ha dalla sua il prezzo (50$ per il Turbo Pascal contro i 400$ del compilatore di Redmond) e l’appoggio dei programmatori che considerano i suoi prodotti più adatti allo sviluppo di applicazioni professionali.

Dopo un colloquio diretto con Ballmer, in cui esprime tutte le sue perplessità relative al ruolo che ricopre, arriva per Trower il nuovo incarico: PM del progetto Interface Manager, ovvero Windows, nome commerciale scelto dall’allora responsabile del Marketing, Rowland Hanson. La nuova assegnazione sembra quasi un preludio al licenziamento, visto che l’uscita di Windows è già stata rinviata diverse volte e molte riviste del settore cominciano ad indicarlo come vaporware.

In realtà, invece, la scelta è ben ponderata. Oltre a difficoltà tecniche, uno dei principali ostacoli incontrati da Windows è il grande alleato IBM, che ha deciso di snobbarlo in favore del suo ambiente a finestre (ma character-based) TopView. Microsoft non è preparata ad affrontare una vendita diretta (retail) , essendo principalmente fornitore OEM, ed uno dei pochi a vantare competenze in merito è proprio Trower, visto il suo precedente ruolo nel settore ludico.

Inoltre il know-how acquisito nel settore ludico è particolarmente rilevante, dovendo Windows presentarsi con appeal tale da catturare l’attenzione e l’apprezzamento degli utenti.

Gates e Ballmer rassicurano Trower, assicurandogli che il nuovo incarico è volto a sfruttare più adeguatamente le sue competenze e a risollevare un prodotto che sta causando gravi danni di immagine alla società. Così agli inizi del 1985 il nuovo PM prende le redini di Windows e si scontra subito con una brutta sorpresa: Scott McGregor, architect e manager del progetto, è stato da poco riassegnato dallo stesso Ballmer.

Ma Trower è ormai deciso a portare a termine il proprio compito e come prima attività effettua una completa ricognizione sullo stato di avanzamento del progetto: il Kernel, il Gestore della Memoria, la Gestione degli Utenti, i Controlli e il motore GDI risultano praticamente ultimati, il che significa che il prodotto, tecnologicamente, è quasi pronto. Le problematiche sono fortemente concentrate sul piano commerciale, dall’individuazione del mercato alla strategia di penetrazione.

Sui tempi Ballmer è categorico: 6 mesi per rilasciare il nuovo prodotto.

Ciò porta alla scelta obbligata di congelare tutte le parti funzionanti, al di là della loro maturazione. Restano così alcune forti limitazioni, tra queste la dimensione fissa dei font della Title Bar e l’assenza dell’overlapping delle finestre, precedentemente eliminata in seguito alla minaccia di azione legale da parte di Apple.

Nella strategia di posizionamento sul marcato, Trower si scontra con un problema fondamentale ma, fino ad allora, ignorato: convincere gli utenti ad utilizzare un nuovo ambiente per il quale non è disponibile nessuna applicazione. Inoltre Microsoft non ha sviluppato alcun ambiente (compilatore) per supportare la realizzazione di esse per il nuovo ambiente.

Trower tenta allora di ottenere il supporto dei vari settori di sviluppo, senza grossi risultati. Infatti le risorse dedicate alle applicazioni Office sono concentrate sulle soluzioni per Mac, mercato snobbato da competitor come Wordperfect e Lotus e quindi ritenuto strategico. Non gli riesce neanche il tentativo di coinvolgere il suo ex team del Basic per realizzare una versione specifica per Windows; solo diversi anni dopo Gates darà l’ok per il Visual Basic. Quello che viene realizzato è solo una specie di front-end per il Basic

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Basic86

Il successivo passo è l’individuazione dei programmi accessori per il nuovo ambiente, dal piccolo editor testuale Notepad, alla semplice calcolatrice, passando per un primo embrione di editor grafico chiamato Windows Paint. La shell è costituita da un tool a riga di comando chiamato MS-DOS Executive, praticamente un launcher per applicazioni MS-DOS.

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I primi programmi disponibili in Interface Manager

Strumenti insufficienti anche solo per catturare l’attenzione dell’utente medio, ma prendendo come punto di riferimento le applicazioni pensate per il Macintosh,  Trower riesce, con il supporto di Gates, ad ottenere l’implementazione di Windows Write dal team di Word, conscio che una versione dello stesso Word per Windows (così come di Excel) è al di là dal venire.

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Word Processor (Microsoft Word/Write)

Da notare che quando viene avviato l’editor di testo, il set di comandi nella toolbar viene modificato. Praticamente i comandi sono “sensibili” alla finestra aperta, mentre in alto a sinistra si intravede un’icona a forma di cartella (folder) che, una volta selezionato, apre il menu di sistema.

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Cambio dei comandi della toolbar

Particolare attenzione viene posto nell’integrazione (in Windows e nelle relative applicazioni) di una gestione minimale dei font, acquisendo la licenza del Sans-serif, del Serifed Proportional Font, e di un font di tipo fixed-width adatto alle stampanti a matrice (aghi). Ma la genialità di Trower è quella della collaborazione con Aldus per il supporto alle stampanti laser HP e, soprattutto, per avviare il porting di PageMaker, che si rileverà uno dei punti forti per l’espansione dell’ambiente a finestre Microsoft.

Altro aspetto fondamentale: le applicazioni esistenti per DOS.  Per la compatibilità con la modalità character-based, viene sviluppato WINOLDAPP (WINdow OLD APPlication), in grado di eseguire  correttamente applicazioni complesse come Word/Wordperfect ed Excel/Lotus 1-2-3.  In particolare Trower ricorre a Ray Ozzie di Lotus per ottenere un feedback su come realizzare una corretta keyboard-infertaface per l’utilizzo del diffusissimo 1-2-3.

Ovviamente si comincia a lavorare sulla possibilità di eseguire più applicazione DOS contemporaneamente, anche se la feauture non si rileva così semplice da implementare visto che gli sviluppatori dell’epoca utilizzavano spesso degli hack per ottenere più memoria di quanto il DOS permettesse di utilizzare.

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Command Line e Microsoft Piano

Ultimo aspetto: le specifiche minime per l’hardware.

Ballmer focalizza il tutto su un sistema IBM PC con 256Kbyte di Ram, 2 floppy drive da 5 ¼ e un display CGA. In particolare quest’ultimo permette una risoluzione massima di 300×200 pixel, penalizzando decisamente il look and feel dell’ambiente. Fortunatamente Windows supporta anche l’EGA e le schede Hercules che consentono risoluzioni ben più accettabili. E i dischi rigidi? Neanche a parlarne. Sia perché ancora poco diffusi e molto costosi, sia perché il Mac non ne ha bisogno e, quindi, non devono servire neanche a Windows, altrimenti gli utenti hanno la percezione di un sistema avaro di risorse.

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Shutdown

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Una "visione" d'insieme a colori

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