La storia di iWork comincia pubblicamente nel gennaio 2003, quando Apple presenta Keynote 1.0 al Macworld.
KeyNote 1
L’app nasce come strumento di presentazione capace di sfruttare le tecnologie grafiche del sistema (Quartz, QuickTime, OpenGL) e di tradurre in interfaccia semplice animazioni, transizioni e tipografia curata. Per qualche tempo Keynote resta un prodotto singolo. Nel 2005 debutta iWork ’05 e a Keynote si affianca Pages, un ibrido tra videoscrittura e impaginazione leggera.
Pages 1.0 (iWork '05)
L’utente può lavorare in modalità documento tradizionale oppure impostare un layout a pagina dove testo, immagini, tabelle e grafici sono oggetti posizionabili: una scelta che privilegia il risultato visivo e riduce la frizione operativa rispetto alle suite d’ufficio più “dense” di comandi.
Nel 2006 iWork ’06 consolida basi e compatibilità, ma il tassello mancante, ovvero il foglio di calcolo, arriva nell’agosto 2007 con iWork ’08 e con Numbers.
Numbers 1.0 (iWork '08)
Apple rinuncia deliberatamente alla griglia monolitica per adottare un canvas con più tabelle indipendenti, grafici e callout: l’obiettivo è costruire report e schede leggibili, non emulare ogni funzione contabile avanzata.
Con iWork ’09 la trilogia matura: Keynote amplia animazioni e transizioni, Pages rafforza strumenti di revisione e layout, Numbers estende formule e grafici, mantenendo la compatibilità di scambio con i formati più diffusi. Questa versione è anche l'ultima "formale", aggiornata l'ultima volta nel 2013 alla versione 9.3. Apple ha poi iniziato a offrire Pages, Numbers e Keynote come app gratuite separate tramite il Mac App Store e l'App Store iOS.
Il legame con AppleWorks è soprattutto di continuità d’uso e di migrazione.
AppleWorks (erede del marchio nato su Apple II e, su Mac, del filone ClarisWorks) era una suite “tutto-in-uno” con moduli integrati per testi, fogli, disegno/paint e un database semplice. Con l’avvento di Mac OS X, Apple sceglie di ripartire “a moduli” e riscrivere le applicazioni per la nuova piattaforma, puntando su tre ambiti chiave: presentazioni, documenti/impaginazione leggera e fogli di calcolo.
iWork non è dunque il “figlio” diretto di AppleWorks a livello di codice: è una suite nuova, con ambito funzionale più ristretto ma un percorso d’uso più coerente con l’ecosistema moderno (macOS, poi iOS e iPadOS, quindi il web via iCloud). Nel 2007 Apple dichiara la fine vita di AppleWorks e indica iWork come destinazione naturale per i contenuti d’ufficio. In molti casi i file AppleWorks 6 si aprono o si importano in Pages e Numbers passando da formati intermedi (RTF/DOC, CSV/XLS, PDF per l’archiviazione fedele), mentre i documenti con componenti grafici o database richiedono più cura nella conversione.
La dismissione di Rosetta in macOS 10.7 (2011) rende impossibile avviare AppleWorks sui Mac moderni e rende di fatto obbligatorio pianificare la migrazione. Le funzioni di database e una parte del “modulo disegno” non vengono replicate in iWork: per quei casi Apple ha spinto soluzioni dedicate, come Bento (derivato FileMaker, attivo tra 2008 e 2013) o FileMaker Pro per esigenze strutturate. La filosofia passa così dall’app monolitica a moduli specializzati che dialogano tra loro e con i servizi di sistema, in particolare iCloud per sincronizzazione, condivisione e collaborazione.
La svolta successiva è di piattaforma. Nell’aprile 2010, in coincidenza con il debutto di iPad, Apple rilascia Pages, Numbers e Keynote per il tablet con interfaccia touch ottimizzata e formati compatibili con le versioni Mac.
iWorks su iPad
L’anno dopo le stesse app arrivano su iPhone e iPod touch. I documenti scorrono tra desktop e mobile con continuità, senza passaggi manuali. Nel 2013 arriva iWork for iCloud, l’insieme di editor web che rende possibile creare e modificare documenti dal browse, anche su PC Windows, e introduce una prima forma di collaborazione in tempo reale.
Nello stesso anno Apple riscrive le app Mac per allineare base codice e formati a iOS e iCloud: la parità d’esperienza tra piattaforme diventa l’obiettivo, anche a costo di rimuovere temporaneamente alcune funzioni avanzate delle versioni precedenti. Nei rilasci successivi molte opzioni richieste dagli utenti esperti vengono reintrodotte in un quadro più coerente.
Dal 2017 la suite è distribuita gratuitamente per tutti gli utenti macOS e iOS, mentre la versione web resta accessibile senza costi.
Negli anni seguenti l’evoluzione procede su collaborazione, input naturale e strumenti per presentazione e analisi. La co-editing in tempo reale viene estesa in modo consistente su Mac, iPad e iPhone, con cursori condivisi, commenti e cronologia delle modifiche. Su iPad l’integrazione con Apple Pencil porta Smart Annotation, annotazioni “ancorate” al testo e agli oggetti, e Scribble, che converte la scrittura a mano in testo senza uscire dal flusso di editing.
Nel 2021 Numbers introduce le tabelle pivot, colmando un’esigenza frequente nell’analisi dati. Keynote, invece, aggiunge Live Video e la presentazione con più relatori, utili per lezioni, webinar e riunioni ibride.
Tra 2022 e 2025 gli aggiornamenti incrementali migliorano compatibilità di import/export, accessibilità, modelli e automazioni tramite Shortcuts, oltre alla qualità della collaborazione. Dal punto di vista progettuale iWork mantiene il modello a canvas: in Pages e Numbers il documento è una pagina su cui si compongono oggetti con controlli semplici per stile, allineamenti, guide e tipografia.
La compatibilità con i formati Microsoft Office (docx, xlsx, pptx) e con PDF è pensata per i casi d’uso più comuni, nel caso di funzioni specialistiche o macro avanzate nate per Office è possibile che sia necessario fare degli opportuni adattamenti.
L’integrazione con l’ecosistema Apple, sincronizzazione iCloud, condivisione tramite link e permessi granulari, servizi di traduzione e dettatura, contenuti multimediali di sistema, automazioni, definisce il perimetro d’uso tipico: scuola, PMI, comunicazione e presentazioni, dove la resa grafica e la continuità tra dispositivi contano quanto l’elenco di feature.
In questo quadro, il legame con AppleWorks è quello di un passaggio di testimone: dalla storica app “tutto-in-uno” alla trilogia moderna, con migrazione guidata dei contenuti e sostituzione dei moduli non coperti da iWork con strumenti dedicati.
iWork Collections (Foto collezione privata Felice Pescatore)