Nel 1984 Paul Brainerd fonda a Seattle Aldus Corporation, battezzandola in onore del tipografo veneziano Aldo Manuzio.
Paul Brainerd
Brainerd cerca anche un’espressione che spieghi la rivoluzione in arrivo e conia “desktop publishing”.
Nel luglio 1985 arriva PageMaker 1.0 per Macintosh: per la prima volta si compongono pagine con stili, colonne e immagini su un personal computer. Un anno dopo, Aldus pubblica la prima specifica del Tagged Image File Format (TIFF), concepita per far parlare scanner, software e stampanti di produttori diversi nella nuova catena digitale.
Nel 1987 PageMaker sbarca su PC e, non essendo ancora diffuso Windows, Aldus lo accompagna con un runtime di Windows 1.0x: un trucco ingegnoso per portare subito il DTP nel mondo IBM-compatibile. Nel giro di pochi anni la combinazione di PageMaker, PostScript e stampanti laser contagia agenzie e reparti marketing, mentre i service di stampa si riorganizzano sulle nuove abitudini dei clienti.
Per far funzionare davvero l’editoria su PC non bastano gli impaginatori: servono formati e protocolli. Aldus guida TIFF (1986 → 6.0 nel 1992) e introduce OPI, un metodo che consente di lavorare con anteprime leggere in impaginazione mentre i file ad alta risoluzione risiedono su un server e vengono “sostituiti” in prestampa. TIFF diventa il formato di scambio per lo scanner-to-layout, OPI il ponte tra desktop e sistemi di prestampa di fascia alta.
Negli anni, Aldus prova a presidiare l’intero workflow del desktop publishing:
- FreeHand: strumento di illustrazione vettoriale sviluppato da Altsys e licenziato ad Aldus diventa lo strumento gemello di PageMaker per disegno e tipografia fine.
- Persuasion: il software per presentazioni nasce su Mac nel 1988 e arriva su Windows all’inizio dei ’90.
- PhotoStyler: tra i primi editor raster a 24 bit per Windows (1991), sviluppato da Ulead e acquisito da Aldus.
- After Effects: nel 1993 Aldus acquisisce CoSA (Company of Science and Art) e il suo software di compositing e motion graphics appena nato. È l’ingresso ufficiale nel video desktop.
Aldus Collection (Foto collezione privata Felice Pescatore)
Non solo creatività: nel 1993 Aldus compra After Hours Software e inserisce TouchBase Pro e DateBook Pro in una piccola divisione consumer/office, a dimostrazione dell’interesse per i flussi quotidiani oltre l’editoria professionale.
All’inizio dei ’90, QuarkXPress conquista redazioni e service con tipografia fine, gestione colore e performance: in molte nicchie diventa lo standard di fatto e PageMaker perde terreno. È in questo contesto competitivo che Aldus sceglie la strada della fusione, mentre Adobe prepara una nuova generazione di impaginazione che sbarcherà solo nel 1999 con InDesign.
Il 31 agosto 1994 si chiude l’acquisizioneda parte di Adobe. L’accordo passa con il vincolo FTC (Federal Trade Commission): i diritti di FreeHand devono tornare ad Altsys (poi Macromedia) entro sei mesi. È il compromesso che permette di unire i pionieri del DTP (Aldus) con i creatori di PostScript (Adobe) senza comprimere troppo la concorrenza nell’illustrazione vettoriale.
PageMaker continua per qualche anno sotto Adobe, ma a fine decennio lascia il testimone a InDesign, presentato nel 1999 come “Quark Killer”, a suggello di un ricambio generazionale. After Effects cresce fino a diventare il punto di riferimento del compositing su deskto, mentre Persuasion esce di scena nel 1997 e PhotoStyler viene ritirato. FreeHand prosegue in Macromedia (fino a FreeHand MX) e poi, dopo l’acquisizione di Macromedia stessa da parte di Adobe, entra in maintenance e cede ad Illustrator il ruolo di riferimento.
Aldus PageMaker 5.0 (Foto collezione privata Felice Pescatore)
Dalla "cultura" di prodotto di Aldus nasce anche Visio: tra il 1989 e il 1990 gli ex Aldus Jeremy Jaech, Ted Johnson e Dave Walter fondano prima Axon, poi Shapeware, quindi Visio Corporation.
L’idea è “diagrammi per il business” con forme intelligenti. La società cresce negli anni ’90 e nel 2000 viene acquistata da Microsoft.
È un esempio dell’“effetto scuola” Aldus: interfacce pulite, attenzione agli standard e integrazione nei flussi reali dei clienti. Infatti Aldus non è solo PageMaker: è metodo. Definisce formati aperti di fatto (TIFF), consolida prassi di interoperabilità(OPI), spinge l’idea di workflow end-to-end dal desktop alla prestampa. E soprattutto impone un lessico: impaginazione WYSIWYG, font digitali, PDF come destinazione naturale, un percorso che proseguirà in Adobe negli anni successivi.
Ancora oggi TIFF 6.0 (1992) è la base su cui si innestano varianti specialistiche come TIFF/IT, mentre OPI resta un riferimento storico nei manuali di prestampa.