Il dominio nel mercato europeo e l’acquisizione di Sinclair

Dualmente al successo di AMSTRAD, Sinclair conosce un momento di forte crisi, dovuta in gran parte al flop del QL e dell’auto elettrica C5. I problemi finanziari sono tali da spingere il suo fondatore a cercare un acquirente a cui cedere la società.

Sugar, sempre più proiettato nell’olimpo delle aziende tecnologiche, è ben conscio che nel mercato britannico la Sinclair ha ancora il controllo del mercato degli home-computer, coprendone circa il 40%. Così i due imprenditori si incontrano per valutare una possibile acquisizione da parte di AMSTRAD e/o eventuali collaborazioni. Il 7 aprile del 1986 viene siglato un accordo di acquisizione per un totale di circa 16 milioni di sterline (5 per l’acquisizione formale e 11 per i progetti): AMSTRAD fa propri tutti i diritti su tutti gli home computer Sinclair presenti e futuri, comprendendo sia le componenti hardware che software (firmware in particolare), assieme allo storico logo. 

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 Sinclair e Sugar

L’acquisizione porta con se un evidente problema di posizionamento sul mercato: Sugar non vuole che i prodotti AMSTRAD e Sinclair si facciano concorrenza a vicenda, così immagina di posizionare quelli della società appena acquisita nella fascia bassa e i CPC nella fascia media.

In particolare, rispetto all’eredità Sinclair, il primo prodotto è lo ZX Spectrum +2, una revisione dell’originale che lo porta ad assomigliare molto da vicino al CPC 464: dimensioni generose, tastiera semiprofessionale e drive per cassette integrato.  La scelta non è, ovviamente, casuale e la volontà è quella di allontanarsi definitivamente dalle linee tipiche dei prodotti Sinclair.

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ZX Spectrum +2

La supervisione dello ZX Spectrum +2 è affidata a Richard Altwasser, progettista dello Spectrum originale, e passato in AMSTRAD. Sugar, con questa mossa, vuole ottenere un sistema in grado di sfruttare l’enorme parco software disponibile per lo Spectrum, senza particolari innovazioni e ad un prezzo stracciato, circa 149 sterline. I restanti modelli QL e 128 ereditati da Sinclair vengono semplicemente dismessi.

Nel 1987 è la volta dello ZX Spectrum +3, con floppy da 3” integrato che lo posiziona come soluzione entry level per la fascia media coperta dal CPC 6128.

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ZX Spectrum +3

Parallelamente, AMSTRAD entra anche nel mondo degli IBM Compatibili con il modello PC1512 (1986), legato ad un monitor proprietario, e la successiva linea PC2000, con CPU 286 e 386 e in grado di utilizzare monitor standard.

Fino agli inizi degli anni ’90, le tre macro-linee di sistemi prodotti (CPC, Sinclair e PC2000), consentono alla società di mantenere il dominio del settore degli home-computer e avere un ruolo di prim’ordine in quello dei cloni IBM. Ali inizi degli anni ’90, però, le cose cambiano rapidamente e la società di Sugar non ha avviato alcun progetto per abbracciare il nuovo mondo dei 16bit relativamente agli home computer, mentre nell’ambito dei cloni IBM le nuove soluzioni non hanno alcun vantaggio concreto rispetto ai competitor. Un disperato tentativo di reagire all’arretratezza tecnologica si concretizza 1990 con il tentativo di riproporre il 464 e il 6128 in edizione “Plus”, leggermente migliorati ma sempre ad 8bit.

La cosa si rileva un fiasco colossale, analogamente al lancio della console da gioco AMSTRAD GX4000 (in sostanza un CPC 464 plus mascherato con l’utilizzo di cartucce) della quale, nonostante un forte investimento in marketing, vengono venduti solo 15.000 esemplari e realizzati appena 27 giochi. Stessa sorte, se non peggiore, spetta al Mega PC (1993), realizzato con Sega e pensato come ibrido tra PC e Console da gioco: buona l’idea ma il sistema è basato su un 386sx, quando lo standard di riferimento del periodo è di almeno una generazione avanti (486).

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Mega PC Sega

Dopo i vari fallimenti, AMSTRAD passa da leader Europeo a meteora nel firmamento informatico, tornando alle origini e dedicandosi alla produzione di Hi-fi, TV, tastiere musicali, ventilatori e altri prodotti di largo consumo. Nel 2005 AMSTRAD diventa una delle società produttrici dei decoder di SKY, tanto che nel 2007 la controllata BSkyB ne acquisisce il controllo completo per 125 milioni di sterline.

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