Nel corso degli anni Ottanta, l’informatica fa irruzione nel mainstream grazie all’affermazione del personal computer (PC).

L'IBM 5150, il primo PC IBM (Foto collezione privata Felice Pescatore)
Il 1981 è una data storica: IBM lancia il suo PC basato su microprocessore 8088, dotato di sistema operativo MS-DOS (fornito da Microsoft).
L’IBM PC e i suoi cloni stabiliscono uno standard hardware e software che diffonde il computer personale in migliaia di uffici e abitazioni. MS-DOS è un sistema operativo a riga di comando, monoutente e monotasking, semplice ma sufficientemente efficace per le applicazioni dell’epoca. Nel frattempo Apple, che già aveva ottenuto successo con l’Apple II, compie un balzo avanti nell’usabilità: nel 1984 introduce il Macintosh con il suo Mac OS (System 1), il primo sistema operativo con interfaccia grafica a finestre destinato al grande pubblico.

System 1 sul primo Macintosh
Grazie a icone, menu e al mouse, il Mac rende l’interazione con il computer molto più intuitiva rispetto ai comandi testuali, aprendo la strada a un nuovo paradigma d’uso.
Questa “rivoluzione grafica” era nell’aria già da qualche anno (Xerox PARC aveva mostrato prototipi di interfacce GUI), ma è Apple a commercializzarla con successo, influenzando l’intero settore. Microsoft infatti risponde introducendo Windows nel 1985, inizialmente come semplice ambiente grafico da eseguire sopra MS-DOS.

Windows 1.03
Le prime versioni di Windows sono rudimentali, ma segnano l’inizio di una trasformazione: dal solo testo si passa a finestre, icone e multitasking cooperativo, anticipando le caratteristiche essenziali dei moderni sistemi operativi desktop.
Verso la fine del decennio, con il miglioramento dell’hardware, Windows 3.0 (rilasciato nel 1990) sarà in grado di competere seriamente con il Mac offrendo ai PC IBM compatibili un’interfaccia grafica stabile e piacevole.
Gli anni Ottanta vedono anche un’importante evoluzione nei sistemi operativi di rete. Man mano che i computer si diffondono negli uffici, sorge l’esigenza di farli comunicare tra loro per condividere file, stampanti e risorse. Nascono così software come Novell NetWare (1983) e altre soluzioni che trasformano alcuni PC in server di rete, coordinando il lavoro di decine di macchine collegate in LAN (Local Area Network).
In parallelo, le tradizionali architetture centralizzate iniziano a cedere il passo a modelli client-server: invece di un unico mainframe che serve terminali “stupidi”, si afferma l’idea di molti PC client (economici e distribuiti sui vari uffici) collegati a server medio-grandi che forniscono servizi comuni (database, archiviazione, stampa). I sistemi operativi si adattano integrando protocolli di rete: ad esempio, verso fine anni ’80 è comune che un PC con DOS o Mac OS possa collegarsi via rete ad altri sistemi, se opportunamente equipaggiato.
Nel mondo dei sistemi più potenti, i workstation Unix diventano protagonisti in ambito scientifico e industriale: aziende come Sun, HP e SGI sviluppano proprie varianti di Unix ottimizzate per grafica, calcoli ingegneristici e progettazione, dotando università e centri di ricerca di macchine molto avanzate. Sul fronte dei mainframe, i “grandi sistemi” IBM e di altri produttori continuano a svolgere un ruolo cruciale, in particolare nelle transazioni finanziarie, nella gestione delle basi dati aziendali e nei servizi di telecomunicazione.
Molte banche e multinazionali negli anni Ottanta adottano sistemi operativi mainframe (come MVS di IBM) per garantire affidabilità e capacità di elaborare enormi moli di dati 24 ore su 24.
Il contesto sociale degli anni Ottanta è quello di un rapido avvicinamento del pubblico all’informatica.
Se all’inizio del decennio possedere un computer personale era ancora una curiosità per appassionati, alla fine degli anni ’80 il PC è divenuto uno strumento comune in molte case e soprattutto uffici. La presenza di sistemi operativi più user-friendly (grazie alle interfacce grafiche) rende il computer accessibile a persone prive di competenze tecniche approfondite. Si sviluppa la figura dell’“utente medio” del computer, nascono le prime software house dedicate al mercato consumer (giochi, videoscrittura, fogli di calcolo, ecc.) e la società inizia a familiarizzare con termini come “sistema operativo”, “software” e “programma”.
Gli anni Ottanta, insomma, consacrano il computer personale e i suoi sistemi operativi come parte integrante della vita quotidiana di milioni di persone, preparando il terreno per la successiva rivoluzione di Internet.