Gli anni Novanta rappresentano un altro decennio di trasformazioni epocali. Innanzitutto, è l’era dell’avvento di Internet su larga scala.
A metà dei ’90, grazie al World Wide Web, i computer di tutto il mondo iniziano a collegarsi in rete, e i sistemi operativi si adeguano integrando nativamente funzionalità di rete.

Nexus, il primo browser
Windows 95, lanciato nel 1995 da Microsoft, è emblematico del periodo: porta l’interfaccia grafica evoluta (incluso il famoso menu Start) a centinaia di milioni di utenti e diventa il software simbolo dei PC domestici e aziendali.

Welcome Screen di Windows 95
Windows 95, oltre a essere user-friendly, integra lo stack TCP/IP per connettersi a Internet (cosa che nelle versioni precedenti richiedeva software aggiuntivi) e spinge la penetrazione del personal computer in ambiti prima impensabili. Anche Apple, dopo un periodo difficile, continua a sviluppare il suo Mac OS “classico” negli anni ’90, pur restando con una quota di mercato più piccola rispetto ai PC Windows.
Nel frattempo la concorrenza sul versante sistemi operativi per PC vede nuovi esperimenti: IBM ad esempio sviluppa OS/2 in collaborazione con Microsoft e poi in autonomia, un sistema avanzato tecnicamente ma che non riesce a imporsi sull’ecosistema Microsoft.

IBM OS/2 2.0 "LA"
Sul fronte delle interfacce grafiche, l’esperienza utente migliora costantemente: il colore, il multimedia (audio e video) e la plug and play per periferiche fanno il loro ingresso nei sistemi operativi di fine anni ’90, riflettendo l’utilizzo sempre più multimediale e connesso del computer.
Un altro fenomeno rivoluzionario degli anni Novanta è la nascita del movimento open source e in particolare di Linux. Nel 1991, Linus Torvalds, allora studente universitario in Finlandia, sviluppa e rende pubblico il primo nucleo (kernel) di un sistema operativo ispirato a Unix, capace di girare su comuni PC Intel. Nasce così Linux, distribuito con licenza libera, che combinato con le utilità del progetto GNU di Richard Stallman dà vita a un sistema completo (spesso chiamato GNU/Linux).

La mail che annuncia la nascita di Linux
All’inizio Linux è un progetto di nicchia per hacker e appassionati, ma nel corso del decennio cresce in stabilità e funzionalità. Grazie a programmatori volontari di tutto il mondo, Linux diventa un’alternativa gratuita e aperta ai sistemi proprietari.
Verso la fine degli anni ’90, alcune aziende iniziano a intravedere il potenziale di Linux nei server: in effetti, con l’esplosione di Internet c’è bisogno di sistemi operativi robusti ed economici per far girare siti web e servizi online. Linux, insieme al server web Apache e ad altri software open source, forma la base di molti server Internet (il cosiddetto stack LAMP: Linux, Apache, MySQL, PHP) ed entra in competizione diretta con i sistemi Unix commerciali e con Windows NT di Microsoft nel mercato dei server.
Questo periodo vede quindi una notevole diversificazione dei sistemi operativi: Microsoft domina il desktop consumer, Mac OS mantiene una nicchia fedele (soprattutto in grafica e editoria), le varianti Unix proprietarie popolano i server e le workstation di fascia alta, mentre Linux cresce come outsider promettente, spinto da una comunità globale e dalla filosofia della condivisione del codice.
Nel frattempo, i mainframe conoscono una fase di transizione. Molti ne annunciano il tramonto, ritenendo che i più economici server distribuiti (spesso basati su PC o mini computer in rete locale) li sostituiranno completamente.
In effetti, alcune applicazioni aziendali vengono migrate su piattaforme Unix o su cluster di server Intel durante i ’90. Tuttavia, i mainframe non scompaiono: IBM e altri continuano a innovarli (introducendo ad esempio il supporto nativo a Java e a Linux sulle macchine zSeries sul finire del decennio) e rimangono insostituibili in settori come il bancario, dove elaborano milioni di transazioni al giorno con un’affidabilità leggendaria.
Anche sul fronte mobile gli anni Novanta piantano i semi di una futura rivoluzione. Nel 1994 IBM lancia Simon, un dispositivo considerato il primo smartphone della storia: integrava telefono cellulare e PDA, con un touchscreen rudimentale e alcune app di base (rubrica, calendario, email). Simon rimase un esperimento isolato, ma nei tardi anni ’90 assistiamo all’evoluzione dei telefoni cellulari da semplici apparecchi per chiamate a dispositivi più sofisticati: compaiono i cellulari con schermi a colori, capacità di inviare SMS e perfino di navigare servizi WAP.
Sistemi operativi dedicati iniziano ad apparire sui telefoni avanzati: ad esempio Symbian OS, erede di un sistema per PDA Psion, viene adottato da Nokia e altri produttori verso la fine del decennio (Nokia Communicator del 1996 fu uno dei primi telefoni con funzioni da ufficio e un OS multitasking).
Symbian OS
Parallelamente, i PDA (Personal Digital Assistant) come il Palm Pilot (1996, con Palm OS) e il Newton di Apple (1993, con Newton OS) dimostrano l’utilità di un computer tascabile per gestire contatti, appunti e calendari.
Questi dispositivi portatili degli anni ’90 avevano capacità modeste e un pubblico limitato, ma anticipavano molte funzioni degli smartphone futuri. Dal punto di vista sociale, la fine del ventesimo secolo vede l’informatica diventare veramente ubiqua.
Milioni di persone iniziano a navigare sul web, a inviare email e a scambiarsi messaggi istantanei, attività rese possibili da sistemi operativi sempre più orientati alla comunicazione.
Il termine “Internet” entra nel linguaggio quotidiano e con esso parole come “browser” o “account”, segno che i sistemi operativi si sono arricchiti di protocolli di rete e interfacce per sfruttare la connettività.
Verso il 1999, l’attenzione globale si concentra persino su un problema di data nei sistemi operativi (il famoso Millennium Bug o Y2K) temendo che computer e OS meno recenti potessero fallire al cambio di anno 2000: questo fatto sottolinea quanto la società fosse ormai dipendente dal software in ogni settore, dalla finanza ai trasporti.
Gli anni Novanta, insomma, portano i sistemi operativi fuori dal solo contesto del singolo computer e li trasformano nel tessuto connettivo di una società dell’informazione nascente, che diventerà realtà compiuta nel decennio successivo.