Anni 2000: L'era degli smartphone e della convergenza digitale

All’alba del nuovo millennio, i sistemi operativi per computer si trovano ovunque intorno a noi e iniziano a convergere in termini di funzionalità. Gli anni Duemila vedono maturare sia il settore PC sia quello mobile, fino quasi a incrociarsi.

Sul versante dei personal computer, Microsoft consolida il suo predominio: Windows XP, rilasciato nel 2001, diventa uno dei sistemi operativi più longevi e apprezzati, grazie alla sua stabilità e facilità d’uso.

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Windows XP

Windows XP unifica finalmente le linee a 16/32 bit e quelle professionali (NT) in un unico sistema moderno adatto sia all’utente domestico sia aziendale.

Negli anni successivi Microsoft introduce nuove versioni come Windows Vista (2007) e Windows 7 (2009), con alterne fortune: Vista porta un rinnovamento grafico e di sicurezza ma viene criticato per pesantezza, così Windows 7 riconquista rapidamente gli utenti offrendo un giusto equilibrio tra novità e performance.

Apple, dal canto suo, rivoluziona la propria piattaforma rilasciando nel 2001 Mac OS X: un sistema operativo completamente rinnovato, basato su kernel BSD (derivato da NeXTSTEP) ma con l’elegante interfaccia Aqua.

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Mac OS X 10.0 “Cheetah”

 Mac OS X unisce la stabilità tipica dei sistemi Unix alla cura per l’esperienza utente Apple, e col tempo evolve in macOS, rimanendo il cuore dei computer Apple per i decenni a venire. In quegli anni, Apple ritrova slancio non solo grazie al software ma anche grazie a prodotti di successo come l’iPod, creando un ecosistema integrato.

Parallelamente cresce l’interesse per Linux anche fuori dai server: nascono distribuzioni sempre più user-friendly (come Ubuntu nel 2004) che avvicinano alcuni utenti e amministrazioni pubbliche all’adozione di sistemi operativi open source sui desktop, per ragioni di costo o di libertà software.

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Ubuntu 4.10 (2004)

Sebbene Linux sul desktop resti di nicchia, nei server diventa un protagonista assoluto: durante gli anni 2000, molte aziende migrano i loro server web, database e persino i supercomputer verso Linux, approfittando della sua affidabilità e dell’assenza di costi di licenza. I grandi sistemi Unix proprietari (come Solaris, AIX, HP-UX) gradualmente iniziano a cedere terreno, mentre Windows Server (con le versioni 2000, 2003, 2008) e Linux si spartiscono il mercato dei sistemi operativi per server x86.

Ma il vero tratto distintivo degli anni 2000 è l’esplosione dei dispositivi mobili avanzati e dei relativi sistemi operativi.

Dopo anni di preparazione, la convergenza tra telefono e computer palmare diventa realtà a metà del decennio. Inizialmente sono i BlackBerry a guadagnare notorietà (prima metà anni 2000): questi telefoni con tastiera qwerty e sistema operativo proprietario conquistano il mondo business grazie alla loro impareggiabile gestione della posta elettronica in mobilità. Poco dopo, tuttavia, arrivano innovazioni destinate al grande pubblico: nel 2007 Steve Jobs presenta il primo iPhone, dichiarando di voler reinventare il telefono. L’iPhone infatti non è solo un telefono: è un piccolo computer touch-screen con un sistema operativo completo (derivato da Mac OS X) chiamato inizialmente iPhone OS.

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iOS / iPhone 1

L’iPhone porta con sé il concetto di App Store (introdotto nel 2008), un negozio digitale da cui scaricare applicazioni di ogni genere con un tap: nasce così l’ecosistema delle app, uno dei fattori chiave del successo degli smartphone moderni.

Nel 2008 arriva il concorrente open source di Google, Android, installato sul primo dispositivo HTC Dream (conosciuto anche come T-Mobile G1). Android propone un modello aperto e flessibile, adottato da diversi produttori (HTC, Motorola, Samsung, ecc.), e nel giro di pochi anni diventa il sistema operativo mobile più diffuso al mondo.

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Android 1.x Home Page

Da quel momento, iOS (nuovo nome di iPhone OS dal 2010) e Android guideranno il mercato mobile, mentre gli attori precedenti faticano a tenere il passo: Nokia, pur avendo dominato gli inizi del decennio con Symbian OS su milioni di dispositivi, non riesce ad adattarsi all’era degli schermi touch e vede il suo impero vacillare; BlackBerry tenta di evolvere i propri OS e interfacce ma verrà rapidamente soppiantata; Microsoft, dopo alcuni anni di presenza nei palmari con Windows Mobile (derivato di Windows CE), nel 2010 azzera tutto e lancia Windows Phone 7 con un’interfaccia innovativa, senza tuttavia riuscire a intaccare il duopolio Apple-Google.

Nel corso degli anni 2000, inoltre, assistiamo a esperimenti come Palm (che evolve il suo Palm OS fino al nuovo webOS nel 2009, poi acquisito da HP) e nascita di altri sistemi minori, ma nessuno di questi riuscirà ad arrestare l’avanzata degli smartphone iOS/Android.

Sul finire del decennio, la distinzione tra categorie di dispositivi diventa più sfumata: arrivano i netbook (piccoli portatili economici, spesso con Windows XP, o con varianti di Linux), e soprattutto i tablet come l’Apple iPad (2010) che, pur uscendo appena dai confini del decennio, coronano l’idea di un dispositivo leggero per il consumo di contenuti, eseguendo sistemi operativi mobili adattati a schermi più grandi.

Nel settore dei server, gli anni 2000 portano un’altra rivoluzione: la virtualizzazione su larga scala. Software come VMware, Xen e Hyper-V consentono di eseguire più istanze di sistemi operativi server su un unico hardware, isolandole in macchine virtuali. Questo modello diventa rapidamente popolare nei data center perché permette di utilizzare meglio le risorse hardware e semplificare la gestione (ad esempio consolidando dieci vecchi server fisici in dieci macchine virtuali su un unico server potente).

Verso la fine del decennio, Amazon lancia i primi servizi di cloud computing (AWS nel 2006) offrendo server virtuali on-demand: ciò segna l’inizio di una nuova era in cui le aziende non acquistano più solo computer fisici, ma possono “affittare” capacità computazionale in remoto, lasciando ai provider cloud il compito di gestire sistemi operativi e infrastruttura sottostante. I sistemi operativi server, in questo contesto, diventano più standardizzati (prevale Linux nelle immagini cloud per la sua leggerezza e modularità, ma anche Windows Server è disponibile in versione cloud) e allo stesso tempo più invisibili per l’utente finale, che interagisce solo con applicazioni via internet senza sapere quale OS ci sia dietro.

La società negli anni 2000 abbraccia pienamente la digitalizzazione: i personal computer e i notebook diventano strumenti di lavoro e di svago comuni, e parallelamente ognuno inizia a portare con sé uno smartphone, ossia un piccolo computer sempre connesso in rete.

Questo cambiamento modifica abitudini e aspettative: l’accesso immediato alle informazioni, la comunicazione istantanea (SMS, poi chat via Internet), l’intrattenimento mobile, tutto ciò è reso possibile dai progressi dei sistemi operativi mobili e dalla diffusione delle reti cellulari 3G.

Il termine “convergenza digitale” descrive bene il fenomeno del periodo: telefoni, computer, fotocamere, console portatili, dispositivi un tempo separati, onfluiscono in un unico apparecchio multifunzione, e i sistemi operativi si evolvono per gestire questa varietà di funzioni (multimedia, telefonia, networking, touchscreen) in modo armonioso.

Allo stesso tempo crescono le preoccupazioni per la sicurezza informatica: virus, worm e malware colpiscono i PC Windows in particolare (la diffusione di Internet facilita il contagio), costringendo i produttori di OS a rafforzare i sistemi con firewall personali, aggiornamenti automatici e migliori meccanismi di protezione dell’utente.

Nel complesso, alla fine degli anni Duemila l’informatica è completamente entrata nel tessuto sociale: la posta elettronica sostituisce in parte le lettere, iniziano i primi social network, la gente acquista online, ascolta musica in formato MP3 e tutto ciò avviene su dispositivi governati da sistemi operativi complessi ma sempre più user-friendly.

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