Nel 1990 la Nintendo lancia in Giappone il Super FAMICOM (in Italia Supernintendo, o SNES), che riscuote un successo paragonabile a quello del Mega Drive.
Cominciano così degli anni davvero entusiasmanti: da una parte il Super Nintendo, che offre una scala cromatica di 256 colori, dall'altra il Megadrive che, nonostante i suoi soli 64 colori, risponde con la velocissima CPU che surclassa quella dello SNES. I giochi escono quasi sempre per entrambe le console anche se alcuni must, come Street Fighter 2 rimasero per molti anni esclusiva Nintendo. Mortal Kombat uscì per entrambe, ma la versione Megadrive vende di più poiché la Nintendo, da sempre super-protettiva verso i propri acquirenti, aveva eliminato il sangue dal gioco.
SNES
Nel 1990 NEC lancia il turbo Express Color, ottimo prodotto ma destinato a seguire le sorti del predecessore PC engine. Nel 1991 la SEGA lancia il Game Gear: un Master system portatile. Si tratta del primo sistema portatile ad offrire un TV Tuner (opzionale) in grado di trasformare la console in un televisore portatile, ma il prezzo elevato e l’altrettanto elevato consumo ne decretano un rapido declino.
SEGA Game Gear
Sempre nel 1991 SNK lancia NEO GEO, nata per le sale giochi e adattata per l’utenza home. I prezzi dei giochi sono però particolarmente alti arrivando a costare quanto la console stessa, a cause del fatto che contenevano molti dei componenti che sarebbero potuti essere ospitati nella console stessa. Il Neo Geo è ancora oggi diffusissimo in molte sale giochi (Metal Slug, Fatal Fury e tantissimi altri titoli). Successivamente ne venne anche commercializzata una versione con cd rom, il Neo Geo CD.
NEO GEO
Sempre nel 1991 Philips tenta di creare il nuovo strumento multimediale per tutta la famiglia: Il CD-I o CD Interactive. Si dice che inizialmente Philips cercasse un accordo con Nintendo per il cd da aggiungere al Super Nintendo ma in seguito al fallimento della trattativa decise di produrre in proprio il dispositivo. Il Cd-I faceva da karaoke, aveva l'espansione per leggere i video cd, aveva i giochi e enciclopedie ed utilizzava il joypad come telecomando. Ebbe un discreto successo ma il sistema fu abbandonato.
CD-I
Nel 1992 Commodore presenta l'Amiga 600 e la console CD32, completamente snobbata dai grandi produttori di giochi.
Amiga 600 e il CD32
Sempre nel 1992 la Barcode Games immette sul mercato il Barcode Battler, uno speciale tipo di console che fa “lottare” dei personaggi una volta che si introduce delle apposite card (tipo Magic oYu-Gi-Oh) che rappresentavano questi personaggi e sono dotate di codici a barre. La console ha un’imprevista notorietà in quanto alcuni accaniti giocatori si accorgono che Barcode Battler legge non solo i codici a barre delle card ufficiali, ma qualsiasi codice a barre. Perciò se si voleva dare una maggiore forza d'impatto al proprio personaggio, bastava sostituire il codice a barre presente sulla card con un codice a barre preso da un altro prodotto: un pacco di patatine, un gelato, una zuppa in scatola. La pratica ebbe successo per qualche tempo finche' il Barcode Battler non passò di moda.
Barcode Battler
Nel 1993 la SEGA lancia il Mega CD, ma il prezzo alto e i giochi non all'altezza lo relegarono ad una nicchia di appassionati, nonostante su di esso appaiano i primi abbozzi di film interattivi. Lo stesso anno Atari tenta l’ultima carta con Jaguar, ma il gioco di lancio Cyber Morph delude le aspettative e l’unico gioco degno di nota è Alien vs Predator del ’94. La consolo non fu assolutamente presa in considerazione al di fuori degli USA.
Jaguar
Nel 1994 la Bandai lancia il Playdia, una console nata per il solo mercato giapponese dal costo di circa 250 dollari. Playdia ha un lettore CD 1X ed un controller a raggi infrarossi integrato nella macchina ed è pensato per far girare principalmente giochi basati sui cartoni animati, tipoDragon Ball Z Shin Seiyajin Zetsumetsu Keikaku Chikyu Hen, Dragon Ball Z Shin Seiyajin Zetsumetsu Keikaku Uchyu Hen, Sailor Moon S Quiz Taiketsu! e SD Gundam Daizukan.
Playdia
Nel 1994 SEGA, per far fronte all'imminente uscita della nuova generazione di console, proponeun add on per il suo Megadrive: il 32x, che trasportava il Megadrive nel mondo dei 32 bit e utilizza apposite cartucce per il nuovo hardware. In realtà più che un add-on era come se fosse una nuova console, tant’è che necessitava di alimentazione supplementare oltre a quella del MD. Il tentativo si rileva un disastro, così come fallisce anche Nomad, una sorta di Megadrive portatile. Anche Nintendo aveva più volte annunciato una unità Cd per il suo Super Famicom ma poi non se ne fece nulla. Tutti questi errori portarono alla formazione di un buco nero nei conti della SEGA.
SEGA MegaDrive con il 32x
Sempre 1994 La 3do (consorzio tra Panasonic e Matsushita) lancia 3DO, ideata da Trip Hawkins e conosciuta come fz1. Si tratta della prima console a 32 bit dotata di CD, ma assolutamente fuori mercato visto il prezzo eccessivo e i pochi giochi di qualità.
3D0 (fz1)
SEGA, invece, lancia SATURN (1994), la sua console a 32 bit pensata per battere Nintendo. In Giappone Saturn ha un buon seguito ma in America e in Europa i giocatori sono in attesa dell'annunciata nuova meraviglia di Nintendo, il Nintendo Virtual Boy (1995).
SEGA SATURN
Il Virtual Boy dispone di due LED Screen, i quali, grazie ad un sofisticato sistema di specchi, rendono al giocatore la sensazione di profondità e di distanza nei giochi. Ne vengono venduti circa 770.000 unità in tutto il mondo ma subito si intuisce che non sarebbe durata. Infatti la grafica a due colori è poco accattivante e proprio il fatto che la bicolorazione permettesse la proiezione tridimensionale non impressionò il grande pubblico.
Virtual Boy
Quasi in modo inatteso a lanciare la sfida a Saturn è un terzo incomodo, la Sony che presenta la PlayStation. Le due console si equivalgono sia tecnicamente che a livello di costi (in Italia superiore al milione), cosa che inizialmente crea una bella lotta. Ma con il tempo diventa sempre più chiaro che la console con i migliori giochi supportata dalla migliore campagna pubblicitaria è la PlayStation. Il successo diventa planetario, così come planetaria diventa la diffusione dei modchip e dei giochi piratati, segnando la fine per il Saturn di SEGA.
PlayStation
Nel 1996 Nintendo decide di far uscire una sua nuova console “tradizionale”: il Nintendo 64, che, però, clamorosamente non usa i CD ma ancora le obsolete cartucce (in grado di offrire maggiori garanzie contro la pirateria). Nonostante la grafica superiore, con effetti di anti-aliasing e bilinear filtering, Nintendo non riesce ad intaccare il dominio di Sony che continua a dominare il mercato con la propria Playstation, incrementandone la diffusione.
Nintendo 64
Tutto ciò grazie ai centinaia di giochi disponibili, tra cui capolavori assoluti del calibro di Gran Turismo, Tekken 3, ISS Pro, Resident Evil, Metal Gear Solid, Final Fantasy. Tutte le più importanti software house del mondo ludico si cimentano con la PlayStation eleggendola, di fatto, standard dell'intrattenimento digitale e sdoganando definitivamente i giochi come vero e proprio fenomeno di massa.
Tiger Eletronicspresenta la console portatile Game.Com, pensata per un target maturo per la quale vengono sviluppati giochi come Duke Nukem 3D e la trologia di Mortal Kombat. La console non ha molto successo, per colpa dei pochi giochi a disposizione (solo 20) e nel 2000 Tiger Electronics smette di produrla.
Game.com
Nel 1998 SEGA gioca la sua ultima carta presentando la console DREAMCAST (DC) a 128bit. Basata su sistema operativo derivato da Windows CE, Dreamcast sembra avere grandi potenzialità e mostra subito la spiccata tendenza al multiplayer con i suoi 4 ingressi per joypad e un modem per connettersi ad internet. In Giappone viene però accolta freddamente mentre ha un buon successo in Europa e soprattutto in America. In Italia la console non è mai stata supportata a livello pubblicitario e ci furono grossi problemi di distribuzione tanto che nel 2000 la SEGA tolse la distribuzione alla Giochi Preziosi per occuparsene direttamente.
SEGA Dreamcast
Nel corso degli anni per DC sono stati creati dei veri e propri capolavori, ma la console di SEGA non conquista il mercato ed i profitti sono ridotti al minimo, complice anche l'aggressiva politica commerciale di SONY che impedisce ad alcune Software House di sviluppare per Dreamcast, tant’è che la maggior parte dei titoli di richiamo sono prodotti dalla SEGA stessa.
Sulla DC nascono i primi giochi Internet-only per console (Phantasy Star Online e la conversione di Quake 3 Arena)e le VMU, memory card dotate di un display e pulsanti che permettono di giocare ovunque a dei mini giochi che si ottengono giocando con alcuni titoli.
La console inoltre utilizza particolari supporti anti-pirateria chiamati GD Rom, dalla capacità di 1 Gb ed illeggibili dai comuni lettori CD del PC. Nel 1999, però, un gruppo di hacker denominato Utopia scopre il modo di collegare un Dreamcast al PC per poter estrarre i dati dei GD e riversarli su normali cd. Il gruppo inoltre crea il famoso boot cd: un disco che avvia il DC in modo da fargli leggere normali cd (come le copie illegali dei giochi). Su internet comincia così la furiosa distribuzione delle ISO dei giochi (immagini dei GD Rom) ma c’è anche un fenomeno collaterale positivo: nascono i primi sviluppatori indipendenti di software per Dreamcast. Vengono infatti realizzati i video cd players, MP3 players e emulatori tutti creati da appassionati e resi possibili solo dal grande lavoro di Utopia.
Intanto neanche il Nintendo 64 riesce a battere la PSX: l'unica cosa che tiene in piedi Nintendo sono i Pokemon, fenomeno planetario di proprietà Nintendo. Il cartone animato ha infatti un successo incredibile e l'unico modo di giocare a un videogioco dei Pokemon è avere un Nintendo 64 o un Game boy
Nel 1999 la Bandai si butta nel mercato delle console portatili con il suo Wonderswan, molto più accattivante del Gameboy, consente anche ai mancini di giocare agevolmente, grazie alla singolare caratteristica di poter essere usata da ambo i lati. Il Wonderswan ha una buona diffusione e presto viene fatto seguire dal wonderswan color, che non viene mai ufficialmente esportato dal Giappone.
Wonderswan Color