Siamo ormai di fronte alla “3rd Browser War”, combattuta da tre comprimari: Internet Explorer 8 e FireFox 3.6 praticamente alla pari (intorno al 40/43%) e Chrome 7 al 13/15%, più una serie di “comparse” tra cui Safari, che dal 2007 è disponibile anche per Windows (circa il 4%) ed Opera (circa 2/2,5%).
Nello scenario odierno la nuova frontiera sembra ora essere l’utilizzo della GPU per velocizzare le operazioni proprie del browser. FireFox ha intrapreso questa strada con lo sviluppo della versione 3.7 ma la 4 rivedrà completamente l’engine, offrendo, inoltre, un’interfaccia minimale stile Chrome/IE8.
Nel 2010, Internet Explorer 9 fa il suo debutto, introducendo un’interfaccia più pulita e un significativo miglioramento delle performance grazie al supporto hardware-accelerato e a un motore JavaScript rivisitato.

Internet Explorer 9
Questo aggiornamento segna un tentativo deciso di Microsoft di recuperare terreno nella guerra dei browser, puntando a velocità, compatibilità con gli standard e sicurezza. Firefox, dal canto suo, continua a evolversi con la versione 4, che offre un’interfaccia utente rinnovata e una maggiore integrazione delle tecnologie web emergenti. Nel frattempo, Chrome accelera la sua crescita a ritmo vertiginoso, approfittando di una strategia aggressiva di aggiornamenti frequenti e un ecosistema in espansione di estensioni e servizi Google integrati.
Negli anni successivi, la competizione si fa ancora più intensa. Firefox si concentra sul miglioramento della privacy e sulla personalizzazione, mentre Chrome si impone come il browser più utilizzato al mondo grazie alla sua rapidità e all’integrazione profonda con il mondo Google. Internet Explorer, ormai in difficoltà, viene affiancato da Microsoft Edge nel 2015, un browser progettato per essere moderno, leggero e conforme agli standard più recenti, ma che inizialmente fatica a sottrarre utenti a Chrome e Firefox.

Microsoft Edge
Con il passare degli anni, Microsoft decide di riscrivere Edge utilizzando Chromium come base, allineandosi così al progetto open source che ha dato vita anche a Chrome. Questa mossa, iniziata nel 2019, permette a Edge di recuperare velocità, compatibilità e una più ampia disponibilità di estensioni, migliorando significativamente la sua quota di mercato.
Oggi, nel panorama dei browser, la sfida si gioca su prestazioni, sicurezza, privacy e integrazione con ecosistemi digitali complessi.
Gli utenti possono scegliere tra diverse soluzioni mature, ognuna con punti di forza specifici, ma tutti offrono una navigazione sempre più fluida e ricca di funzionalità.
La “guerra dei browser” ha quindi contribuito a spingere l’innovazione, a migliorare l’esperienza utente e a definire gli standard del web moderno, dimostrando che, indipendentemente dal vincitore, il vero beneficiario di questa competizione è sempre stato l’utente finale.