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Leonardo Chiariglione nasce nel 1943 a Villar Dora, piccolo comune, in provincia di Torino, immerso nel verde delle Alpi. La sua istruzione si snoda tra il liceo classico salesiano e la laurea in ingegneria elettronica al Politecnico di Torino, conseguita a 26anni. Una formazione umanistico/scientifica che, unita alla passione per la cultura classica, caratterizzeranno tutta la sua vita professionale, creando un incredibile contrasto con la sua naturale passione per l’evoluzione tecnologica. Immediatamente dopo la laurea, il giovane ingegnere si traferisce all’università di Tokio per il dottorato in comunicazioni elettriche, restando affascinato dalla cultura nipponica:

“Un paese che mi ha sempre affascinato - spiega - ed ancora oggi il giapponese è la lingua che conosco meglio oltre alle standard richieste nel mio lavoro.”

Chiariglione parla, infatti, fluentemente inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese, oltre che, chiaramente, italiano e giapponese, tanto che, durante gli incontri internazionali, è in grado di rivolgersi ai singoli partecipanti direttamente nella loro lingua madre con estrema naturalezza.

“he is a man who can talk just about as knwoledgeably  about natural  language sintax as about discrete cosine transform (DCT) compression systems” [IEEE Spectrum]

A marzo del 1971, prima ancora di aver terminato il dottorato (1973) incentrato sui processi stocastici nelle telecomunicazioni, approda allo storico centro di ricerca torinese CSELT (Centro Studi E Laboratori Telecomunicazioni).

Qui viene assegnato alla divisione che si occupa dello studio della trasmissione dei segnali televisivi di nuova generazione, contraddistinti dalla sigla HDTV (High-Definition Television). Nonostante i risultati interessanti, il lavoro di Chiariglione è accompagnato da alti e bassi, soprattutto a causa della difficoltà di individuare a livello internazionale un unico standard di riferimento. Tali difficoltà sono dovute soprattutto ai grandi interessi economici in gioco, cosa che fa mutuare nel giovane ingegnere la consapevolezza della necessità di affidarsi a standard aperti ed indipendenti.

Ma il mercato non è ancora pronto, neanche per parlare di tali argomenti, tanto che per iniziare a smuovere le acque, bisognerà attendere il 1986, quando lo stesso Chiariglione dà vita all’HDTV Workshop, evento internazionale pensato per promuovere le tecnologie HDTV al di là degli interessi di specifiche industrie. L’ingegnere piemontese resta presidente del comitato organizzativo fino al 1994, fondando nel frattempo (1996) l’Image Communication, una rivista tecnica dell’EURASIP (European Associaton for Signal Processing).

Il vero punto di svolta arriva a marzo del 1987, quando Chiariglione partecipa ad un meeting organizzato dal comitato JPEG (Joint Photographic Experts Group, ISO/ CCITT) e dove vengono mostrati i risultati del lavoro realizzato e i relativi processi di standardizzazione intrapresi. L’ingegnere italiano viene come folgorato dal lavoro del JPEG e ne approccia il presiedente, Hiroshi Yasuda, conosciuto durante il dottorato in Giappone, al fine di formare un nuovo gruppo di lavoro, questa volta dedicato alla compressione video. Yasuda non perde tempo e si spende da subito affinché il progetto sia ufficialmente supportato dall’ISO, che, a sua volta, si dimostra interessato agli aspetti di compressione e storage, disinteressandosi di quelli trasmissivi. Così, sotto il cappello dell’ISO e del CSELT, nel 1988 nasce il Moving Picture Experts Group, più comunemente noto come MPEG.

La prima riunione dell’MPEG group si svolge ad Ottawa dal 10 al 12 Maggio dello stesso anno e vi partecipano circa una quindicina di persone, quasi tutte provenienti gruppo JPEG. In essa vengono poste le basi per il futuro standard MPEG-1, rilasciato ufficialmente nel novembre del 1992 insieme alla codifica audio MP3 (Moving Picture Expert Group-1/2 Audio Layer 3, noto anche come MPEG-1 Audio Layer III).

L’MPEG-1 è il primo standard per la compressione del video a banda stretta, pensato per distribuire tramite i nuovi media digitali contenuti audio-video. Parallelamente al suo rilascio, i lavori per l’MPEG-2 sono già iniziati (1990), anche perché, a dispetto di quello che potrebbe far pensare il nome, questo standard ha un obiettivo completamente diverso: definire quanto necessario per realizzare una trasmissione di qualità elevata. Il nuovo standard viene ultimato nel 1994 e si impone come soluzione di riferimento per le trasmissioni satellitari e quelle digitali via cavo. Gli sforzi successivi dell’MPEG group si concentrano sullo standard MPEG-4, la cui definizione inizia nel 1994, ragionando su un formato in grado di consentire la trasmissione efficiente di contenuti multimediali sulle nuove reti di comunicazioni, internet e mobile in primis.

Nel 1994, Chiariglione fonda il Digital Audio-Visual Council (DAVIC), un forum dedito alla definizione di interfacce e protocolli aperti per la distribuzione di media digitali, mentre nel 1996 dà vita alla Foundation for Intelligent Physical Agents (FIPA). Inoltre, a cavallo del nuovo millennio, Chiariglione ricopre anche il ruolo di Executive Director della Secure Digital Music Initiative (SDMI).

Le sue attività sono sempre più lontane da quelle del Centro Studi E Laboratori Telecomunicazioni, in cui ricopre, agli inizi del 2000, la carica di vicepresidente della divisione multimedia. Il centro, nel corso degli anni, si è radicalmente trasformato, confluendo nei Telecom Italia Lab e rivedendo gran parte dei propri obiettivi. Nonostante ciò, l’ingegnere piemontese parla della sua attività al CSELT/Telecom Lab sempre con il massimo orgoglio:

            “Lavoravamo per il progresso dell’umanità, non per diventare multimiliardari”

Dopo oltre un trentennio insieme, a luglio del 2003 Chiariglione decide di lasciare il centro Telecom (ma non l’MPEG group), dedicandosi alla costituzione del Digital Media Project, un’organizzazione no-profit pensata per “identificare gli ostacoli che frenano il decollo del mercato legato ai media digitali”. Inoltre dà vita al Digital Media in Italia (dmin.it), gruppo interdisciplinare, senza scopo di lucro, finalizzato a promuovere le eccellenze italiane nel settore dei media digitali.

Intanto, il lavoro dell’MPEG group non si è mai fermato: dalla definizione dell’MPEG-7, standard descrittivo, e non di codifica/comunicazione, pensato per estrarre informazioni significative dall’audio e dal video al fine di effettuare ricerche semantiche sui contenuti, all’MPEG-21, che ha l’obiettivo di definire un framework per le applicazioni multimediali, con il supporto alla protezione digitale del diritto d’autore, ai sistemi di pagamento, alla verifica e alla valutazione di qualità.

Nel corso della sua lunga carriera, Chiariglione ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui: l’IBC John Tucker Award, l’IEEE Masaru Ibuka Consumer Electronics Award e il Kilby Foundation Award.

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