Seconda Generazione: arrivano i microprocessori

Il 1976 è l'anno dello sbarco del microprocessore nel mondo delle Console, tanto che il numero di nuovi prodotti è impressionate. A fare da capofila troviamo la Channel f di Fairchild Camera and Instrument e la Coleco Telstar (Connecticut Leather Company).

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Channel f system 2

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Coleco Telstar

La Channel f è la prima console programmabile a cartucce della storia, ed è anche la prima ad avere i joystick. Il primo cartridge prodotto era “4-in-1”, e includeva 4 giochi: Tic-Tac-ToeShooting GalleryDoodle, e Quadra-Doodle. La console si chiamava inizialmente VES ma quando nel ‘77 uscì l’Atari VCS (decisamente superiore), la Fairchild la rinominò “Channel f”. Nel 1979 i diritti di questa console vennero ceduti alla Zircon International che tagliò i prezzi e la ribattezzò Channel f system 2.  La Coleco Telstar, invece,è sostanzialmente, un clone di PONG domestico, include 4 giochi e viene seguita dalla Telstar Colormatic (1977, simile ma a colori), dalla Regent (in bianco e nero), dalla Colortron, dalle Telstar SportsmanTelstar Combat (1977) ed infine dalla particolarissimaArcade (1978) con cartucce intercambiabili. Queste console si distinguono per le loro forme che includono il selettore del gioco e i comandi di gioco nel caso di Combat e Arcade.
Assieme al Channel f nel 1976 anche la RCA produce una console in bianco e nero chiamata RCA studio II. La console è particolare, non avendo joypad ma essendo dotata di controlli direttamente integrati su di essa. Contiene 5 giochi e nel corso della sua breve vita (viene abbandonata nel 1979) verranno prodotte altre 9 cartucce. 

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RCA studio II

Sempre nel 1976 nasce Breakout, creato da mister Steve Jobs: questo gioco prevede la rottura di mattoncini ad opera di una pallina che rimbalza.

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Breakout

Scemato l’interesse per i cloni di Pong, nel 1977, l’Atari commercializza il Video Computer System (VCS, alias Atari 2600), la sua prima console a cartucce intercambiabili, venduta al prezzo di 350 dollari più 40 dollari per ogni cartuccia. 

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Atari VCS

All’inizio le vendite della nuova console stentano a decollare e Atari decide di aumentare la pubblicità del proprio prodotto, cosa che, insieme alla licenza ottenuta dalla TAITO per convertire Space Invaders, ne cambia completamente la percezione. La console è frutto di un lavoro di due anni di ricerca e vengono realizzati più di 200 giochi che portarono alla vendita di più di 120 milioni di cartucce, garantendo un introito per Atari di quasi 5 miliardi di dollari. Nel 1976 intanto, una certa Mattel Electronics studia la possibilità di buttarsi nel mercato delle console “domestica” ma, vedendo come tutti i competitor vengono sonoramente battuti dal VCS, decide di produrre handelds, ottenendo un successo insperato.

Sempre nel 1977 arriva sul mercato la prima serie di sistemi per videogiochi prodotti da Nintendo: Color TV Game . Il primo modello contiene sei varianti di PONG, chiamati “Light Tennis” ed ha i controller costituiti da due potenziometri, attaccati nel corpo macchina. La Nintendo successivamente presenterà altre versione: Color TV Game 15Color TV Racing 112Color TV Block KusureComputer TV Game

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Color TV Game

Intanto i giochi per il VCS Atari si moltiplicano e gli sviluppatori cominciano a reclamare credits per le loro opere.David Crane è tra questi (di lì a poco partorirà nientepopodimeno che PITFALL che arriverà a 4.000.000 di copie vendute), ma ci sono anche Alan MillerBob WhiteheadLarry KaplanJim Levy.

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PITFALL

Mentre il VCS continua a fare la parte del leone per tutti gli anni che vanno dal ‘77 all’83, Philips acquista Magnavox e presenta l’Odissey 2, con tastiera alfanumerica a membrana e una grafica comunque inferiore a quella del VCS.

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Magnavox/Philips Odissey 2

Il sistema viene venduto in Europa come Videopac G7200 ed ha un buon successo (1.000.000 di copie circa vendute), soprattutto grazie al gioco Munchkin, un clone migliorato di Pac Man che irrita non poco la Atari, portando al ritiro di Munchkin e alla “morte” dell’Odissey 2.

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Munchkin

Anche la Bally nel 1978 si butta nel mercato con l’Astrocade (il nome originale era Bally Professional Arcade). La console è paragonabile all’Odissey 2 ma viene ben presta abbandonata dalla compagnia e rilevata dagli appassionati che gli diede il nome Astrocade (Astrovision era il nome della società).

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Astrocade

Nel 1978, Toshiro Nishikado della Taito crea un altra pietra miliare dei videogiochi: Space Invaders! Il successo del gioco è tale che in Giappone, nel giro di qualche mese, diventa impossibile addirittura trovare monete in circolazione, tanto da costringere il governo a quadruplicandone la produzione. 

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Space Invaders

Parallelamente viene presentato anche Asteroids, il primo sparatutto spaziale e l’ultimo grande videogioco in bianco e nero. La sua grafica basilare presenta un’astronave a forma di freccia galleggiante in mezzo a una tempesta di macigni spaziali da ridurre in pezzi via via sempre più piccoli per mezzo di esplosioni. Dalla sua giocabilità fluida fino all’astronave a forma di squalo, Asteroids ha una eleganza minimalista, rimasta imbattuta sino all’avvento di Tetris. Asteroids è anche il primo gioco a gettone dotato di un tabellone elettronico del punteggio che permette ai giocatori di inserire le proprie iniziali su una schermata onorifica alla fine di una partita da record.

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Asterodis

Nel 1979 la Milton Bradley commercializza il Microvision, la prima console portatile a cartuccia, vera antenata del Game Boy! Una nota tecnica: la CPU non era sulla console ma sui singoli giochi.

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Microvision

Il ‘79 è anche l’anno di Galaxian, primo videogioco a colori. Si tratta di una sorta di clone di Space Invaders prodotto dalla NAMCO in cui, però, gli alieni si muovono in formazione e ad ogni livello cambiano le loro caratteristiche.

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Galaxian

Quasi in contemporanea, la Mattel, incoraggiata dalle vendite dei suoi giochini portatili, decide di iniziare a testare le potenzialità di vendita del suo Intelligent Television (Intellivision) in California. La console ha degli strani PAD con un tastierino numerico, e viene ufficialmente messa in vendita nel 1980, generando un inaspettato tutto esaurito.

La grafica superiore al VCS gli permette di vendere tantissime copie dei suoi giochi sportivi, tra cui il famoso Burger Time.

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Intellivision

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