Alvy Ray Smith, tra Jobs e Gates

Alvy Ray Smith è uno dei cofondatori di Pixar, personaggio chiave sin da quando la futura regina dei film di animazione era soltanto la “piccola” Lucasfilm Computer Division e Jobs non era ancora entrato nel gioco.

Alvy Ray SmithAlvy Ray Smith

Ma oggi non vogliamo raccontare la biografia di Smith, su cui realizzeremo presto un articolo specifico che si intreccia chiaramente con la storia di Pixar stessa, bensì del fatto che il pioniere della computer graphics può vantare un particolare record: è l’unico, infatti, ad aver creato e venduto una società sia a Steve Jobs e sia a Bill Gates.

pixarNel caso della Pixar, infatti, Smith (insieme ad Ed Catmull) coinvolgono Jobs nell’affare solo perché hanno bisogno di un finanziatore per rilevare la divisione dalla Lucasfilm. Inizialmente la volontà dei due co-fondatori è quella di far sì che la futura Pixar appartenga agli stessi dipendenti della Computer Division, ma quanto chiesto da Lucas è fuori dalla loro portata. Così Jobs, che entra in gioco su suggerimento di Alan Kay, dopo aver tentato in tutti i modi di convincere Sculley a far acquistare la divisione dalla Apple, decide di procedere autonomamente e riesce a trovare un compromesso con Smith e Catmull: al co-fondatore di Apple va il 70% della nuova azienda e il ruolo di presidente, mentre i Smith e Catmull restano al timone operativo della società che prende il nome dal componente di hardware più importante della divisione, il Pixar Image Computer.

Stranamente, nonostante il carattere di Jobs era notoriamente tutt’altro che tollerabile, i due co-fondatori restano decisamente autonomi, forse perché il presidente amava in modo particolare gli “artisti”.

Il sodalizio dura per circa 6anni, fino a quando Smith entra in definitiva rottura con Jobs, cosa non del tutto inattesa vista la sua forte personalità ed il suo forte temperamento, e con forte rammarico decide che è giunta l’ora di imboccare altre strade:

“Emotionally, I would probably still be at Pixar today, about to retire, if I hadn’t been bullied by Jobs, but once that happened so ferociously I was happy to be rid of him and haven’t looked back.”

[Emotivamente, sarei probabilmente ancora alla Pixar oggi, se non fossi stato vittima del bullismo da Jobs, ma una volta la frizione fu tale che il mio unico desiderio era quello di liberarmi di e non mi sono mai guardato indietro.]

Nonostante nella biografia su Jobs, Isaacson riporti che il co-fondatore di Apple abbia ostacolato le attività successive di Smith, quest’ultimo da una versione diversa:

“I was the first of the original Pixarians to make my fortune. Steve, again as a financial person, helped me get there.” 

[Sono stato il primo dei” Pixariani” a cercare la mia strada. Steve, essendo un uomo d’affari, mi ha aiutato nell’impresa]

Chiaramene Jobs non permette a Smith di utilizzare quanto sviluppato in Pixar ma finanzia la sua nuova società di software per l’elaborazione delle immagini acquistandone il 10% delle azioni.

La nuova società, fondata nel 1991 insieme ad Eric Lyons e Nicholas Clay, viene chiamata Altamira Software e il suo prodotto di punto, Altamira Composer, porta nel mondo dei PC aspetti tipici della computer graphics avanzata: dall’ anti-aliasing agli sprite, passando per l’alpha masking, quest’ultimo creato proprio in Pixar.

altamira composerAltamira Composer

Microsoft compra Altamira nel 1994 e con Smith crea la prima divisione della società di Redmond dedicata alla grafica. Da questo connubio nasceranno prodotti come Picture IT!, Microsoft PhotoDraw (inserito anche in Office 2000 Premium) e Microsoft Digital Image (che sostituisce Picture IT!), che, tutta via, non riscuotono mai particolare successo e sono oggi  completamente dismessi.

microsoft picture it Picture It!

photodraw

PhotoDraw

Windows Phone, le origini che non ti aspetti

zune logo

Nel 2006, sulla scia del mercato fatto grande da Apple con l’iPod, Microsoft lancia il proprio riproduttore musicale (multimediale) denominato Zune.

Si tratta di un dispositivo in linea con il mercato di riferimento, ma perfezionabile tecnologicamente e debole come marchio per competere non solo con Cupertino, ma anche con le decine di soluzioni alternative. Infatti, il riproduttore multimediale della società di Gates non riesce a distinguersi, conquistando poco più del 2% del mercato (esclusivamente d’oltreoceano) prima di essere completamente dismesso nel 2011 dopo l’introduzione di Zune HD. Anche l’avventura nel mondo dei Market Place comincia con il negozio online di musica Zune Marketplace, che, neanche il bisogno di evidenziarlo, segue le sorti del dispositivo stesso. 

In realtà, durante quegli anni, quando Microsoft parala di Zune, non parla del device in sé (al di là dell’omonima), ma di un ecosistema che punta a fornire una nuova esperienza d’uso a 360gradi, così come descritto da J. Allard, Microsoft VP con responsabilità diretta sui prodotti consumer con Zune e Xbox 360:

“The whole idea behind Zune is much broader than the devices themselves. The conditioned thought is around a portable device being the center point of the experience, when in fact it’s not. It really is about how do we start taking Zune beyond that device.”

[“L’idea dietro Zune è molto più ampia di quella dei dispositivi stessi. L’idea che tutto ruoti intorno ad un dispositivo portatile quale elemento centrale dell’esperienza utente è assolutamente forzata. Si tratta, realmente, di come possiamo iniziare a considerare Zune al di là del dispositivo.”]

gates allard zuneJ. Allard e Bill Gates con uno Zune

Nonostante l’insuccesso conclamato, grazie a Zune, Microsoft comincia ad avventurarsi nel settore dei mobile device, sperimentando il modo in cui l’utente (tipicamente non esperto di tecnologia) si interfaccia con essi, a partire dal design del device stesso e dalla sua user interface. Accendendo Zune HD ci si trova davanti ad una schermata minimale (text-only screen) in cui le funzionalità sono contraddistinte dal nome, in minuscolo, caratterizzato dal font Segoe: una volta selezionata la specifica opzione si ha un cambio di schermata con una sorta di zoom. 

zunehdMicrosoft Zune HD

Si tratta di un approccio completamente opposto a quello scelto da Apple (ad icone), ma comunque gradevole e funzionale. Chiaramente la scelta tra l’uno e l’altro è una questione assolutamente personale.

Sempre con il modello Zune HD, vengono sviluppati nuovi approcci alla user experience che verranno adottati a partire da Windows Phone 7, Xbox 360 e Windows 8, proiettando i sistemi della Casa di Redmond verso una rivoluzione che è in atto ancora oggi. Il font Segoe, oltre ad essere alla base della moderna UI dei sistemi di Redmond, è utilizzato persino nel logo aziendale.

La domanda a questo punto è scontata: se Zune HD era funzionalmente equivalente all’iPod, perché ha fallito così miseramente, considerando anche la potenza commerciale di Microsoft? Probabilmente sono due i fattori predominanti: il tardo arrivo sul mercato (5 anni dall’iPod per il primo Zune e quasi 10 per l’HD) che ha permesso ad Apple di dominare la scena, grazie anche ad iTunes che ha trasformato completamente il mondo della musica, e il fatto che, sostanzialmente, era equivalente all’iPod non introducendo nessun surplus.

SAGE: dalla difesa aerea alla prima pin-up digitale

Nel 1956 un giovane aviatore, facente parte del Team di gestione di un sistema militare da 238milioni di dollari (equivalente più o meno all’intero budget del ministero della difesa USA), decide di ispirarsi alle pin-up dell’epoca per realizzare un programma di diagnostica: in pratica riproduce la sagoma di una donna sexy sul minuscolo display a tubo catodico di cui era dotato il calcolatore centrale.

E’ doveroso evidenziare che una pin-up è una specie di “cartoon sex simbol” degli anni 50/60, molto in voga negli Stati Uniti.

Ma andiamo con ordine e vediamo di ricostruire sia il contesto di riferimento che lo specifico evento.

Siamo nei primi anni della guerra fredda e gli Stati Uniti decidono di investire milioni di dollari in sistemi automatizzati che permettano di controllare costantemente il proprio spazio aereo. La principale preoccupazione militare è infatti legata al timore di un attacco da parte di bombardieri Sovietici dotati di ordigni nucleari, spingendo l’Air Force, in collaborazione con il MIT ed IBM, a dar vita a SAGE: Semi-Automatic Ground Environment. Si tratta di un progetto mastodontico, paragonabile, da un punto di vista finanziario e scientifico, al Manhattan e all’Apollo, anche se, incredibilmente, non particolarmente noto.

sage control SAGE Control Room

Una volta reso operativo, SAGE è in grado di combinare le informazioni in tempo reale provenienti dai radar con le informazioni pre-caricate dei voli di linea. In tal modo è possibile monitorare costantemente lo stato del traffico aereo nazionale, evidenziando eventuali anomale che, una volta verificate, consentono di far alzare in volo i jet per intercettare l’intruso.

A partire dal 1958, l’AIR Force costruisce ben 21 centri SAGE, sparsi sul territorio, e con un cuore pulsante basato su 2 computer IBM AN/FSQ-7, dal costo (per unità) di circa 2miliardi di dollari odierni, 2metri quadrati di dimensione, 250 tonnellate di peso e composti da circa 60.000 valvole ciascuno. Si tratta di un calcolatore eccezionale, il secondo sistema real-time con display grafico (in senso lato) dopo il Whirlwind I del 1950, sviluppato al MIT su commissione della Marina Militare.

sage blockhouse Una tipica struttura SAGE

La dislocazione sull’intero territorio nazionale demanda ad ogni centro la gestione di una ben specifica porzione di spazio aereo, mentre la presenza in ognuno di essi di 2 calcolatori gemelli consente di effettuare attività di manutenzione pianificate, lasciando operativo il centro.

Il sistema dispone di più postazioni video con CRT da 19 pollici in grado di disegnare vettori o caratteri alfanumerici che a differenza dei comuni televisori CRT, in grado di visualizzare un’immagine raster in modalità top-to-bottom (ovvero cominiano a “disegnarla” dall’alto verso il basso), possono disegnare una linea partendo da qualsiasi punto dello schermo.

sage display SAGE Display

Tipicamente sul display vengono tracciate le rotte note e poi vengono sovrapposti ai dati ottenuti dai Radar. A questo punto un operatore, utilizzando una “light gun”, può selezionare uno dei velivoli ed ottenerne i dati identificativi.

sage lightgunSAGE Light Gun

SAGE è quindi un sistema fondamentale per i piani dell’AIR Force e il corretto funzionamento del suo cervellone, l’AN/FSQ-7, è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Così l’Aviatore di Prima Classe e Senior Programmer Lawrence A. Tipton, si trova si trova difronte alla necessità di realizzare un programma di test che permetta di verificare il corretto trasferimento di informazioni tra i due calcolatori gemelli del centro, al fine di garantirne il corretto funzionamento in occasione di uno shutdown programmato per le attività di manutenzione. In pratica: se la console del calcolatore A visualizza una tracciatura che al suo spegnimento viene trasferita al calcolatore B e correttamente visualizzata dal relativo display, allora il sistema funziona correttamente. In caso contrario si rileva un problema che va prontamente risolto.

Tale programma, involontariamente, passerà alla storia come la prima rappresentazione grafica mai realizzata con un calcolatore (o quanto meno la prima nota).

Tipton, sfruttando circa 97 schede perforate, decide di rifarsi ad una pin-up per definire la rappresentazione che il programma di diagnostica dovrà trasferire tra i due calcolatori al fine di visualizzarla sui relativi display. La realizzazione del programma è databile tra il 1956 e il 1958, ma anche lo stesso autore non riesce a collocarlo con un delta ridotto. Nel 1958 il programma è sicuramente già stato sviluppato perché ex tecnici SAGE ricordano di averlo visto girare. Il 1956, invece, è la data in cui Geroge Petty presenta il suo secondo calendario pin-up based, contraddistinto dal proprio stile vedo-non vedo che lascia spazio a personali fantasie.

sage pettyPetty December 1956 pin-up

In particolare la “Petty” pin-up di dicembre del 1956 (figura precedente), corrisponde 1:1 alla SAGE pin-up, come se qualcuno avesse tracciato il suo profilo con un gessetto sul display. Il calendario viene stampato intorno alla seconda metà del 1955, ma arriva presso gli appassionati tra la fine dello stesso anno e l’inizio del successivo. Ciò rende molto plausibile l’ipotesi che il programma sia stato sviluppato durante il 1956, soprattutto verso dicembre quando l’immagine specifica è comparsa sul muro dove il calendario era affisso.

sage comparisonSAGE pin-up vs Petty pin-up

La foto di figura 6 usata per la comparazione, è stata scattata direttamente da Tipton con una polaroid:

“One day I decided to take pictures for posterity's sake, and those two Polaroids are the only ones that made it out of the building. We used the Polaroid cameras to take pictures of anomaly conditions. When the computers would malfunction, you'd take pictures of those main consoles to diagnose the conditions.”

[Un giorno decisi di scattare delle foto per i posteri, e queste due polaroid sono le uniche che ho portato fuori dalla struttura. Usavamo le fotocamere Polaroid per scattare foto in caso di situazioni anomale. Quando i computer mostravano qualche malfunzionamento, veniva scattata una fotografia della console principale per diagnosticarne le condizioni]

L’altra foto a cui Tipton si riferisce è quella seguente che lo ritrae davanti alla Duplex Maintenance Console dell’AN/FSQ-7.

sage tiptonTipton davanti alla Duplex Maintenance Console

La cosa interessante, però, è che probabilmente il programma di Tipton non è stato l’unico, ma addirittura sembra che nel 1960 proprio IBM abbia realizzato un altro software di diagnostica osè: l’Hula Dancer, che riproduce a sua volta una pin-up in topless e con una gonna hawaiana.

Muovendo propriamente gli switch sulla console, la ragazza dondola avanti ed indietro su di un arco, sincronizzando il movimento con una sorta di beep-music. Se l’operatore punta la gun-light vicino all’ombelico, provoca la caduta della gonna causando l’imbiancamento dello schermo.

L’esistenza di questo “Hula Dancer” è testimoniata da Robert Martina, veterano dei sistemi SAGE che l’ha visto in azione:

“That probably was the first pornographic show, as close as it gets. It was so innocent.”

[Fù, probabilmente, il primo show pornografico o qualcosa di molto vicino. Era, però, decisamente innocente]

Il programma (indicato come girley2) è interessato da diverse varianti come, ad esempio, la presenza o meno del topless, “contendendosi” con il programma di Tipton (indicato come girley1) le attività di diagnostica dei vari centri SAGE.

E’ interessante evidenziare come Tipton non perda occasione per sottolineare l’assoluta innocenza del proprio programma, soprattutto in relazione alla presenza femminile all’interno dell’AIR Force:

"It was an all male enterprise at that time. There were a few women in the Air Force upstairs in the control center, but at that time of life, you know, there wasn't as much controversy." 

[Era un mondo quasi esclusivamente maschile [AIR Force ’50-‘60]. C’erano poche donne ai piani superiori, ma era un periodo in cui non c’erano particol

Robert Metcalfe, la nascita di Ethernet

Nell’era del “sempre e ovunque connesso”, la connessione tra i diversi dispositivi digitali che utilizziamo abitualmente è una cosa ovvia ed effettuabile con estrema semplicità, anche da chi ha scarse competenze in materia.

Ma agli albori della rivoluzione informatica le cose erano, ovviamente, decisamente più complicate e molti pionieri del settore cercavano di realizzare soluzioni efficienti per far comunicare tra loro più calcolatori.

Tra essi troviamo Robert Metcalfe a cui si deve la creazione delle Ethernet e, successivamente, la fondazione di 3Com, diventata rapidamente leader nel settore delle reti locali.

robert metcalfe todayRobert Metcalfe

Figlio di ingegnere, il giovane Robert nasce a Brooklyn nel 1946 (7 aprile) ma passa la maggior parte della propria infanzia a Long Island. Completati gli studi superiori, si iscrive al Massachusetts Institute of Technology (M.I.T.) e consegue la laurea in ingegneria elettronica nel 1967. Durante il periodo al MIT, Metcalfe mostra una particolare avversione al sonno, pagandosi gli studi grazie all’attività di programmatore notturno (PDP-10), da mezzanotte alle 8.00 di mattina. Sempre al MIT, consegue anche il master in informatica e viene coinvolto nel Project MAC con il compito di progettare un’interfaccia che consenta di collegare i minicomputer dell’istituto alla nascente ARPAnet.

Dal Dottorato, conseguito all’Harvard University con una tesi sulla commutazione dei pacchetti di rete (packet switching), figlia delle precedenti attività al MIT, la strada per lo Xerox PARC è tutta in discesa. Vale la pena soffermarci brevemente sul packet switching: l’idea di utilizzare tale soluzione nasce dalla lettura di un documento che descrive il funzionamento di Aloha Net, un sistema di trasmissione radio impiegato nelle Hawaii per inviare brevi messaggi tra le isole. La caratteristica saliente di questo sistema era che ognuna delle stazioni poteva inviare un messaggio in broadcasting e se non veniva ricevuta alcuna risposta il messaggio veniva ritrasmesso. Metcalfe ne intuisce gli ampi margini di miglioramento e sfrutta le proprie conoscenze per svilupparne i concetti fondamentali.

bob metcalfe 1973Robert Metcalfe nel 1973

Come accennato, tutto ciò cattura l’interesse da parte dei mitici (e il termine non è esagerato, come più volte ribadito) laboratori della XEROX, che hanno la necessità di creare un sistema di interconnessione via cavo per permettere ai propri computer di condividere il primo modello di stampante laser pensata per le attività d’ufficio.

Sull’implementazione dell’interfaccia Ethernet sono coinvolti anche David Boggs, che progetta fisicamente l’interfaccia, e, indirettamente, Ron Rider, che si preoccupa di convertire le immagini in elementi gestibili dalla stampante.

david boggsDavid Boggs e la Ethernet Card per l’ALTO

Ufficialmente, Ethernet nasce il 22 Maggio del 1973, data riporta sul memo interno con cui Metcalfe ne documenta i principi e le attività di prototipazione. In realtà, come affermato successivamente dallo stesso ingegnere, il lavoro non è che all’inizio e ci voglio altri tre anni (1976) per arrivare ad un prodotto effettivamente utilizzabile ed integrabile in sistemi commerciali, come rappresentato in “Ethernet: Distributed Packet-Switching For Local Computer Networks.”

3ethernet Prototipo dell'interfaccia Ethernet

Nonostante la nuova tecnologia sia altamente promettente, Metcalfe fatica non poco a darle il giusto peso nei laboratori della Xerox e, nel 1978, decide che è giunta l’ora di trovare un’altra strada per far ascendere Ethernet.

3Com first logoUna volta presa la decisione di abbandonare il PARC, Metcalfe si scontra con un problema di fondo: liberare Ethernet dai vincoli della proprietà di Xerox. 

A supportare, involontariamente, tale obiettivo, sono due workshop promossi dal National Bureau of Standards(NBS) e dal MITRE, che a maggio del 1979 aprono la strada al Local Area Communications Network Symposium. In pratica il mercato è ormai maturo per definire uno standard per la realizzazione delle LAN (Local Area Network), resosi drasticamente necessario vista l’incertezza tecnologia e le diverse proposte sul piatto, più o meno efficienti.

Sfruttando il ruolo di “evangelist” (autoassegnato) relativo ad Ethernet, Metcalfe si cimenta nel gioco delle tre carte con DEC (Digital Equipment Corporation), Intel e la stessa Xerox. 

Dapprima riesce a convincere Intel che può far proprio un pezzo della torta, grazie ai nuovi progetti che la casa di Santa Clara ha in cantiere per realizzare chip da 25MHz:

“Why don't we just build an Ethernet chip with it ?... DEC and Xerox were going to do this [Ethernet], they're going to need chips and you guys can make the chips for their standard.”

[Perché non realizzare un chip Ethernet con essa [nuova tecnologia]?... DEC e Xerox stanno lavorando ad Ethernet e hanno bisogno di un chip per l’interfaccia e voi potete fornirglielo.]

Da sottolineare che la stessa Intel, su commissione IBM, è alla ricerca di una interfaccia per far comunicare tra loro i nascenti Personal Computer. Phil Kaufman (direttamente alle dipendenze di Andy Grove) resta particolarmente colpito da Metcalfe e da Ethernet:

“It doesn't matter whether it's good or not, it exists and it works. Let's see if we can take off from there.”

[Non importa se è la soluzione migliore, essa esiste e funziona. Vediamo se possiamo farci qualcosa.]

Phil Kaufman

Phil Kaufman

Kaufman contatta David Liddle alla Xerox per capire se Ethernet possa fare al caso loro, il quale è ben felice di mettere sul piatto quanto sviluppato presso il PARC, con l’intento di creare nuove opportunità di mercato:

            “I wanted to start an industry at that moment. I didn't want any proprietary network.”

[Volevo mettere le basi per lo sviluppo di un nuovo settore. Non volevo nessuna rete proprietaria.]

Per far sì, però, che Ethernet diventi un prodotto abbordabile, manca un ultimo tassello: un grosso produttore che realizzi, a prezzi contenuti, tutti i dispositivi hardware necessari. Kaufman, su suggerimento di Metcalfe, individua in DEC il player ideale e si fa promotore di un primo incontro a tre, che, però, nonostante le premesse, si impantana sugli aspetti legali:

“What our attorneys essentially told us was that we could not write a three-way agreement to work on the project to develop the technical specification even though we were explicitly going to put it in the public domain, and that we could not have tri-lateral meetings if there were any marketing people present from any company.”

[Quello che, in sostanza, i nostri avvocati ci hanno detto è che non saremmo riusciti a raggiungere un accordo trilaterale per sviluppare le specifiche tecniche, persino se tutti concordavamo nel renderlo di pubblico dominio, soprattutto se agli incontri successivi fossero stati presenti uomini del marketing.]

Per superare lo stato d’impasse, l’intervento di Metcalfe si dimostra di nuovo fondamentale: su suggerimento del suo ex compagno di college Howard Charney (esperto anti-trust), riesce a spostare il focus degli incontri sull’opportunità di creare un nuovo mercato, basato su uno standard aperto, e potenzialmente vantaggioso per tutte e tre le società. L’approccio funziona e Intel, DEC e Xerox raggiungono un compromesso. 

Al giovane ingegnere non resta che concretizzare la propria vision, sfruttando la confusione che ancora regna nel nascente settore delle reti locali per Personal Computer, per creare, insieme a Bruce Borden e Gregory L. Shaw3Com (giugno 1979, Marlborough - Massachusetts).

Il nome della società viene scelto per evidenziare le tre componenti chiavi della strategia aziendale: COMputerCOMmunication e COMpatibility, orientata, come più volte ribadito, al nascente mercato del Personal Computer.

Metcalfe accentra su di se le funzioni di gestione e di direzione tecnica, affiancato da Yogen DalalJames White Ron Crane, tre ex colleghi del PARC che lo raggiungono nella nuova società.

Yogen Dalal Yogen Dalal e Ron Crane

Il primo grande cliente è General Electric (GE), per la quale 3Com realizza HomeNET e progetta persino le specifiche di un home computer, il tutto in attesa che l’accordo di pubblicazione delle specifiche Ethernet venga controfirmato. La società stringe anche un ulteriore accordo con Exxon per la produzione dei suoi primi tre prodotti ufficiali: TCP per UNIXl’Ethernet Transceiver e l’adattatore Ethernet per DEC Unibus. La società di Metcalfe mantiene i diritti intellettuali su di essi, ma gli stessi possono essere utilizzati, inizialmente, solo in connessione ai sistemi Exxon.

Ethernet diventa pubblica a settembre del 1980 con la Ethernet Specification V1.0, frutto del lavoro di David Redell (Xerox), Rich Seifert (DEC) e Rob Ryan (Intel), mentre Bob Printis (Xerox) si occupa di sottoporre il tutto all’IEEE per la creazione dello standard IEEE 802.3.

Gli eventi spingono 3Com a cercare finanziatori per portare nuova liquidità in azienda ed avviare la produzione di prodotti pensati direttamente per il mercato consumer. Dopo aver sottoposto il proprio business plan a diversi Venture Capitalist, ed essersi visto rifiutare ogni sostegno proprio a causa degli accordi con Exxon, èGib Meyers della Mayfield a metterlo in contatto con Bill Krause, uno degli artefici dell’ingresso di HP nel business dei microcomputer. In particolare, Krause ha ricoperto un ruolo fondamentale nella definizione della strategia di adozione di Ethernet da parte di HP e quando Meyers gli propone di entrare in affari con 3Com, non nasconde il suo entusiasmo:

“You ought to meet this guy that we've been talking to that's involved in starting a local area network company [Meyers]” “Fine.  Who is it? [Krause]” “It's Bob Metcalfe. [Meyers]” “He's the inventor of Ethernet, you know, God, he's an industry leader. I'd love to meet him. [Krause]”

[Dovresti incontrare questo ragazzo che è implegnato nella creazione di una società focalizzata nello sviluppo della LAN. [Meyers]” “Va bene. Chi è? [Krause]” “Si tratta di Bob Metcalfe [Meyers]” “E’ 'l'inventore di Ethernet, Dio, è un leader del settore. Mi piacerebbe incontrarlo. [Krause]”

bill krause William (Bill) Krause

L’incontro è proficuo e Krause lascia HP per assumere il ruolo di presidente di 3Com, mentre Metcalfe ne diventa il CEO, spingendo MayfieldNew Enterprise Associates Melchor Venture Capital ad investire circa 1.1 milioni di dollari, con un accordo firmato il 27 febbraio del 1981.

In breve tempo 3Com cresce vertiginosamente, tanto da raggiungere un fatturato di circa 1milione di dollari mensili e posizionarsi nella classifica di Fortune 500. A Marzo del 1984, la società viene quotata in borsa per un valore complessivo di 10 milioni di dollari e l’espansione passa per una mancata fusione con Convergent Technologies (1985, società fondata da ex tecnici Intel e Xerox PARC e dedita ai sistemi aziendali Unix Based) e l’acquisizione di Bridge Communications (1987), società focalizzata nella produzione di bridge, router, e server per gestire i flussi di networking. Nel frattempo il fatturato raggiunge i 64 milioni di dollari e la società conquista circa l’8% del settore.

Nel 1988, 3Com raggiunge il suo picco di fatturato: 252milioni di dollari, più che raddoppiato rispetto all’anno precedente, e consolida il ruolo di leader nel settore networking.  Nonostante ciò l’avanzata di Novell (oltre il 65% del mercato dei sistemi operativi di rete) e l’abbandono di Microsoft di OS/2, sistema operativo su cui 3Com aveva puntato proprio per contrastare la società di Ray Noorda, richiedono un profondo ripensamento della strategia aziendale. L’attività subisce una brusca accelerata quando, nel primo quadrimestre del 1989, 3Com registra il suo primo calo di fatturato.

us roboticsIl nuovo assetto proposto da Krause vede la nascita di tre divisioni principali: product developmentinternal operations e sales, ognuna con a capo un Vice Presidente Esecutivo specifico, ruolo prima ricoperto esclusivamente da Metcalfe. Il co-fondatore vede così ridursi il proprio potere decisionale e a maggio del 1990, anche in seguito ad un furioso confronto con il consiglio di amministrazione, decide di rassegnare le proprie dimissioni da tutti i ruoli operativi. Anche Krause lascia il ruolo di CEO (agosto 1990), conservando temporaneamente quello di presidente del consiglio di amministrazione, in favore di Benhamou(co-fondatore della Bridge Communications approdato in 3Com dopo la relativa acquisizione), che guiderà l’azienda negli step successivi di crescita, dalla fusione con US Robotics (1997), allo scorporo di Palm (2000), fino all’acquisizione da parte di HP (2010) per 2.7 miliardi di dollari.

Lasciata 3Com, Metcalfe si trasferisce inizialmente al Wolfson College (Università di Cambridge) nel Regno Unito, dove collabora come ricercatore indipendente, prima di tornare negli Stati Uniti dove, nel 1993, crea insieme alla moglie una fattoria per allevare razze rare di maiali, polli, pecore, capre, cavalli e mucche. Parallelamente si dedica all’editoria nel settore tecnologico, scrivendo per testate prestigiose come ComputerWorldCommunications WeekDigital MediaNetwork Computing e Technology Review, arrivando a ricoprire la carica di Vice Presidente della divisione tecnologia di IDG (International Data Group) editore di InfoWorld Magazine.

infoworld logo

Proprio su Infoworld resta memorabile il suo articolo del dicembre 1995 in cui afferma che:

“…ben presto [Internet] esploderà in modo spettacolare, come una supernova, e nel 1996 collasserà catastroficamente…”

e promette di “rimangiarsi le proprie parole” laddove ciò non si fosse avverato. Come tutti sappiamo le cose sono andate diversamente e il 10 aprile 1997, in occasione del Sixth International World Wide Web Conference, l’ingegnere mantiene letteralmente fede alla propria promessa, frullando e mangiando il suo articolo.

Metcalfe resta particolarmente attivo nel ramo della formazione e della divulgazione di tutto ciò che concerne il mondo dell’informatica.  In una intervista risalente all’inizio del millennio ha affermato:

“I’m an engineer and I think everyone should be engineers. I have a feeling that there are probably other life choices that are as valid as that. But other people should advocate those. I will advocate science and technology, particularly engineering, engineering being slightly different than being a scientist in the grand scheme of things. So I recommend it. It’s a great life. Solving problems. Developing mastery over subjects”

[Sono un ingegnere e penso che tutti dovrebbero essere ingegneri. Ho la sensazione che probabilmente ci sono altre scelte di vita che sono validi come questo. Ma tocca ad altri difendere questa posizione. Io difendo la causa della scienza e della tecnologia, in particolare il ruolo degli ingegneri, leggermente diverso da quello degli scienziati impegnati nello svelare i grandi schemi delle cose. Quindi io la raccomando [la vita da ingegnere]. Si tratta di una grande vita. Risolvere i problemi. Sviluppare la padronanza degli argomenti.]

Tale affermazione ricalca la sua vena tecnico-ingegneristica, mai tralasciata, persino quando i suoi impegni in 3Com erano principalmente di tipo gestionale. A riprova di ciò, nel 1980, mentre lavorava per far diventare “grande” la sua società, formula quella che oggi è nota come Legge di Metcalfe:

l’utilità e il valore di una rete sono pari ad n^2 – n dove n è il numero degli utenti”, trasformata in simboli: N(N−1), oppure N²−N

Tale legge mette in rilievo come il comune denominatore di tutte le tecnologie di comunicazione sia: il valore di una rete cresce esponenzialmente all’aumentare del numero dei suoi utenti. In realtà la formulazione originale era associata ai device connessi in rete e non ai suoi utilizzatori, mentre quella odierna è da attribuirsi a George Gilder.

Negli anni successivi, Metcalfe entra nel mondo dei Venture Capitalist, nel 2003 è stato insignito del premio National Medal of Technology and Innovation mentre nel 2007 è stato inserito nella National Inventors Hall of Fame.

robert metcalfe national medal of technologyMetcalfe durante l'assegnazione del National Medal of Technology and Innovation

Mitch Kapor, dal foglio elettronico a mozilla

Oggi il termine “spreadsheet” (o se preferite foglio elettronico) non viene praticamente più utilizzato essendo sostanzialmente identificato in modo univoco con Microsoft Excel. Eppure la soluzione Microsoft, in ordine temporale, è l’esponente più giovane di una gloriosa famiglia di applicazioni che hanno sdoganato il Personal Computer e fatto la fortuna della stessa Apple e di IBM.

In questo contesto, se Daniel Bricklin è il geniale creatore di questa famiglia di applicazioni, è senza ombra di dubbio Mitchell David Kapor ad averla resa, in assoluto, lo strumento più usato per scopi professionali.

MitchKaporMitch Kapor

Nato a Brooklyn (New York) il 1 Novembre del 1950, Mitch Kapor si dedica con passione alle arti umanistiche fin dalla tenera età, conseguendo un Bachelor of Arts (B.A.) nel 1971 a Yale. 

Il suo primo approccio al mondo della computer science avviene proprio al college nell’ambito di un corso interdisciplinare che affronta il tema della Cibernetica. Da allora Kapor non è più in grado di staccarsi dal nascente mondo dei mini/personal computer e comincia a scrivere software di analisi matematica. In particolare il suo Tiny Troll, pensato per analisi statistiche, cattura l’attenzione di Dan Fylstra, durante un incontro del Boston Apple User’s Group del 1979, che decide di stipulare un contratto con Kapor per venderlo sotto il cappello della Personal Software, più nota per essere detentrice dei diritti di vendita di VisiCalc (1979), il primo foglio elettronico, realizzato da Dan Bricklin e Bob Frankston, fondatori della Software Arts Corporation.

dan fylstraDan Fylstra

All’inizio del nuovo anno, la strategia di Personal Software si trasforma radicalmente, riposizionandosi da semplice publisher a vera e propria software e a Kapor viene offerto il ruolo di responsabile dei nuovi prodotti. Tale trasformazione è però, nel caso specifico, sinonimo di caos, soprattutto a causa alla contesa legale con Software Arts che, visto l’enorme successo di VisiCalc, è interessata a rivendicare i diritti commerciali esclusivi sul foglio elettronico.

bricklin frankstonBob Frankston e Dan Bricklin

Così, Kapor, dopo circa 6mesi come dipintene diretto della futura VisiCorp (nome della Personal Software dopo il 1982) e dopo aver sviluppato VisiPilot (alias Tiny Troll) per la generazione di grafici e diagrammi statistici, decide di lasciare la propria posizione e continuare il rapporto in qualità di consulente esclusivamente in merito allo sviluppo di VisiTrend e alla manutenzione di VisiPilot.

La collaborazione frutta a Kapor circa 500.000dollari in royalties nei 6mesi successivi al rilascio del software (Aprile 1981), grazie anche alle condizioni particolarmente vantaggiose dell’accordo:

“I had a very attractive contract from my point of view because when that contract was signed in '79, people didn't really understand the economics of this business. Today, software publishers offer ten or fifteen percent royalty contracts; I had a thirty-three percent contract.” KAPOR, 1984

[“Avevo un contratto particolarmente vantaggioso, cosa dovuta al fatto che nel ’79 la comprensione di questo business era tutta da divenire Oggi, gli editori offrono il 10 / 15% di royalties; io avevo il 30%.” KAPOR, 1984]

La società di Fylstra tenta di porre un argine alle laute ricompense di Kapor che chiede, ed ottiene, ben 1.2milioni di dollari per la cessione delle royalties stesse. La cosa fondamentale è però un’altra, ovvero l’esclusione dall’accordo del nuovo progetto su cui sta lavorando Kapor, ovvero un foglio elettronico con capacità analitiche:

"We also sought rights of first refusal on other software Kapor might develop," Roy Folk [VisiCalc Product Manager] recalled, "but Kapor wanted full control over IPL, his pet project. So it was decided to let IPL go.”

[“Tentammo, inoltre, di ottenere i diritti su un altro software che Kapor doveva sviluppare,“ ricorda Roy Folk [VisiCalc Product Manager], “ma Kapor volle il controllo totale su IPL, il suo progetto preferito. Così fu deciso di non considerare IPL”.]

IPL è il primo nome di quello che diventerà 1-2-3.

Con in tasca 1.2 milioni di dollari e la voglia di continuare la propria avventura nel mondo della nuova era informatica, Kapor contatta Jonathan Sachs che ha co-sviluppato un foglio elettronico chiamato CompuCalc, modellato su VisiCalc. Prima di proseguire è utile evidenziare come Bricklin non brevettò mai il concetto di “foglio elettronico” consentendo una rapida espansione del mercato in modo assolutamente autonomo.

L’idea di Kapor è chiara: creare un nuovo spreadsheet che rivoluzioni il concetto stesso di foglio elettronico, integrando, in un unico ambiente, un foglio elettronico, un tool per la generazione di grafici e un database. Così nel 1981, ancor prima della fondazione ufficiale di Lotus, nasce 1-2-3, derivato proprio dalla struttura di CompuCalc. Inoltre, grazie alla “natural order of recalculation”, funzionalità sviluppata Sachs, risulta sin da subito molto più veloce di qualsiasi altra soluzione concorrente, VisiCalc in primis.

Lotus Dev. Corporation viene ufficialmente fondata nel 1982 con il sostegno finanziario della Sevin Rosen Funds ed il nome ispirato alla posizione yoga “The Lotus Position” (anche nota come Padmasana), disciplina di cui Kapor è gran cultore. Come è facile immaginare, Kapor concentra su di se le cariche aziendali chiave, assumendo il ruolo di Presidente e di CEO.

lotus 123 splashcreenLotus 1-2-3 Splash Screen

Il foglio elettronico di Lotus (che, a livello commerciale, fu anticipato dal software per presentazioni Lotus Executive Briefing System) è pensato fin da subito per il neonato Personal Computer di IBM ed è scritto interamente in assembly 8080, rendendolo estremamente veloce:

“the source code for Lotus 1-2-3 was a stack of paper about 8-10 inches high, and that the compiled code was 85 KB consisting of around 16,000 instructions” [SACHS]

“il codice sorgente di Lotus 1-2-3 era una pila di carta alta circa 8-10 pollici, e il codice compilato occupava circa 85KB e consisteva di circa 16.000 istruzioni” SACHS]

La scelta non è chiaramente casuale, ma va ad approfittare del ritardo di un porting efficace di VisiCalc per il nuovo sistema di BigBlue, dovuto essenzialmente al tempo perso dietro la succitata bagarre legale:

“They [Bricklin and Frankston] had a very weak entrant for that machine that didn’t take advantage of the IBM PC... people wanted to build large spreadsheets and they couldn’t," Kapor says. "The VisiCalc for PC was hard to use. I said: ‘Let’s build something that really takes advantage of these capabilities’.”

"Loro [Bricklin e Frankston] hanno avuto un’alternativa molto debole non in grado di approfittare delle caratteristiche del PC IBM ... la gente voleva realizzare grandi fogli di calcolo e ciò non era possibile.", dice Kapor. "VisiCalc per PC era difficile da usare, allora dissi: Realizziamo qualcosa che ne sfrutti realmente le caratteristiche [del PC IBM] ".

Sachs, spinto dalla sua vena di appassionato programmatore, tenta di dotare 1-2-3 di un proprio linguaggio di programmazione, ma Kapor riesce a convincerlo a non estremizzare il tutto, facendolo ripiegare su un più modesto linguaggio per la definizione di macro.

Lotus 1-2-3 viene rilasciato ufficialmente il 26 gennaio del 1983, spinto da una massiccia campagna promozionale costata circa 1milione di dollari e supportata dalla società di consulenza McKinsy & Co.

advert lotus123Lotus 1-2-3 first ADV

Nonostante la richiesta di 256KB di RAM (a dispetto dei 64KB base del PC IBM), 1-2-3 diviene un successo al di là di tutte le aspettative, tanto che il primo anno il fatturato relativo supera i 53milioni di dollari (circa 500dollari a copia) a fronte dei 3-4 milioni di stima. Inoltre, con il supporto di IBM, viene creato un bundle che per 5.000$ include il PC-IBM 5150, 1-2-3 e una stampante:

“We had no idea - nobody had put out software like that before,” Kapor said of his sales estimates”

[“Non avevamo alcuna idea di come procedere – nessuno aveva mai commercializzato software simile”, questa era il commento di Kapor rispetto alle stime di vendita]

Nel 1984 il fatturato addirittura si triplica e 1-2-3 diviene di fatto la killer application del Personal Computer, portando ad un riassetto dell’azienda market-oriented che traghetta Jim Manzi da McKinsy direttamente sulla poltrona di Presidente.

Ma, a dispetto della crescita e del successo inarrestabile, la società perde rapidamente proprio i due co-fondatori: verso la fine del 1994 Sachs lascia per fondare una propria società (Digital Light & Color) dedicata alla manipolazione digitali delle immagini. La sua ultima creatura in Lotus è Symphony, una suite office monolitica che però non riscuoterà mai il successo sperato.

Anche Kapor comincia a perdere interesse nella “nuova” Lotus di Manzi, tanto che, addirittura, sempre nel 1984, prende in seria considerazione una proposta di acquisizione da parte di Microsoft (che è al lavoro sulle proprie soluzioni di produttività) che lo vedrebbe entrare nella casa di Redmond come vice presidente. Il tutto sfuma, però, proprio per volere di Manzi che non vuole perdere il dominio conquistato. Sulle motivazioni che spinsero Kapor a ricercare tale accordo, il co-fondatore di Lotus torna molti anni dopo affermando che:

“It became clear to me by 1984 that Microsoft was likely going to be the big winner in the PC software apps and operating system category, partly because of the dynamics of owning and controlling the operating system: that gave you enormous power and I came to see Bill Gates was fierce competitor. He was smart and ruthless in pursuit of business objectives and I was not as ruthless: I’m super competitive, but... my goals and values are not about crushing the comp and I don’t have the kind of personality to carry out a strategy like that. It presented a dilemma.”

[Nel 1984 per me divenne chiaro che Microsoft si avviava a vincere la battaglia per il dominio sul software, di sistema e applicativo, per il mondo dei PC: sia perché controllava il sistema operativo, che gli conferiva un potere enorme, sia perché Bill Gates era un competitor feroce. A differenza di me, era intelligente e spietato nel perseguimento degli obiettivi di business. Io sono super competitivo, ma... i miei obiettivi e valori non contemplano l’attività di “schiacciare” i competitor e non ho la personalità adatta per seguire una strategia simile”

mitchbillBill Gates e Mitch Kapor

L’ultimo atto di Kapor in Lotus è l’acquisizione (1985) della morente Software Arts, basato su un accordo nato dopo un incontro casuale con Bricklin che svende la società per 800.000 dollari più la copertura dei 2.2 milioni di dollari di debito. 

Nel 1986 Kapor abbandona ogni carica direttiva in Lotus e l’anno successivo ogni partecipazione, e la voglia di dedicarsi sempre a nuove sfide, porta Kapor in campi fortemente distanti da quello che è il business tipico legato ad una software house delle dimensioni di Lotus. Infatti, nel 1990 fonda, insieme a John Perry Barlow e John Gilmore, la fondazione no-profit Electronic Frontier Foundation (EFF), con l’obiettivo di creare una struttura di avvocati e specialisti attivi nella tutela dei diritti digitali, vista la poca attenzione dedicata agli argomenti orbitanti nella sfera della nascente comunicazione digitale.

   

kapor gilmore barlowKapor, Gilmore e Barlow

Dopo aver ricoperto il ruolo di presidente in EFF fino al 1994, nel 2001 il focus di Kapor si sposta sul mondo dell’Open Source / Free Software, fondando dapprima la Open Source Applications Foundation e poi, a 5 anni dalla sua uscita di scena da quest’ultima, diventando presidente di Mozilla Foundation all’atto della sua fondazione nel 2003. 

Sempre al mondo della connettività e della condivisione è legata anche la fondazione di Foxmarks/Xmarks che sviluppa un plug-in che consente ai browser più noti di condividere bookmark, password, tab, ecc. La società viene poi acquisita da LastPass a dicembre del 2010.

kapor center logoCome ogni buon milionario che si rispetti, anche Kapor si dedica alla filantropia creando la Mitchell Kapor Foundation, oggi trasformatasi in Kapor Center for Social Impact, che lavora affichè le nuove tecnologie siano socialmente sostenibili e si trasformino in uno strumento di vantaggio soprattuto per le minoranze storicamente disagiate negli Stati Uniti:

“We believe that the community of tech leaders must reflect the diversity of the United States.”

Da evidenziare, infine, che Kapor, nel 1996, è stato insignito dal Computer History Museum del premio “Museum Fellow” per la prima applicazione di rilievo e di successo per il PC IBM.

Vi lasciamo con la sintesi del Kapor-pensiero su quello che è stato Lotus Dev. Corporation (oggi Lotus Software, divisione di IBM):

“It was as big as anything that’s big today... it was the Google or Facebook of its time. The market size was orders of magnitude smaller but the magnitude was the same [KAPOR]”

“Era grande come ogni altra cosa è grande oggi… fu la Google o il Facebook dei suoi tempi. La dimensione del mercato era di diversi ordini di grandezza più piccolo ma la grandezza era la stessa [KAPOR]”

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