Commodore

La storia di Commodore inizia negli anni Cinquanta con Jack Tramiel, un artigiano di macchine per scrivere polacco emigrato negli USA.

Nel 1954 Tramiel e un socio (Manfred “Manny” Kapp) fondarono a New York la Commodore Portable Typewriter Company come laboratorio di riparazioni e vendita di macchine da scrivere.

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Jack Tramiel

L’anno dopo Tramiel si sposta in Canada, dove nasce la Commodore Business Machines (CBM) che inizia, fin da subito, ad importare ed assemblare macchine da scrivere europee.

Con il boom delle calcolatrici elettroniche alla fine degli anni Sessanta, Commodore riconverte il proprio business: Tramiel punta su calcolatrici programmabili avanzate, fino a diventare uno dei marchi più noti in quel settore.

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Commodore SR7919 - Immagine tratta da Wikimedia Commons – autore: Rama – licenza CC BY-SA 2.0 FR (Fonte: Wikimedia Commons – Commodore SR7919)

A metà degli anni Settanta, la Commodore è tra le società leader nella produzione di calcolatrici e macchine da scrivere.

L’avvento dell’informatica di largo consumo, però, la spinge a lanciarsi in un nuovo settore. Decisivo è l’incontro con Chuck Peddle, ingegnere della MOS Technology e padre del microprocessore MOS 6502 da 1 MHz. Dopo aver ideato questo chip, Peddle inizia a progettare un computer che lo utilizzi come cuore del sistema.

Proprio nello stesso periodo (1976), Commodore acquisisce la MOS Technology, ereditando non solo il 6502, ma anche una serie di integrati, il microcomputer KIM-1 e il progetto embrionale di quello che diventerà il PET 2001 (Personal Electronic Transactor + 2001 di Odissea nello Spazio).

L’azienda decide di portare avanti lo sviluppo e, al CES di Chicago del 1977, presenta ufficialmente il PET 2001 : un computer compatto, con tastiera, monitor, registratore a cassette integrati in un unico case e una ROM con il BASIC Commodore. .

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Commodore PET 2001 (Foto collezione privata Felice Pescatore)

All’inizio degli anni pttanta. Commodore inizia lo sviluppo di  un calcolatore economico  per le famiglie: nasce il VIC-20. Presentato alla fine del 1980 (in Giappone come VIC-1001) e venduto dal 1981, il VIC-20 viene da subito presentato commercialmente come “friendly computer”.

Con un prezzo di lancio inferiore a 300 dollari USA, gioca principalmente sul fattore divertimento e semplicità d’uso.

Grazie ad una campagna di marketing molto aggressiva (persino lo spot TV con William Shatner come testimonial) e alla vendita non solo nei negozi informatici ma anche nei grandi magazzini, il VIC-20 ha un successo enorme, diventando il primo computer della storia a vendere oltre un milione di unità. aprendo la strada agli home computer di massa. A

fronte di queste vendite straordinarie, Commodore guadagna ingenti risorse e inizia ad investire sul modello successivo: il Commodore 64.

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Commodore VIC 20 (Foto collezione privata Felice Pescatore) 

il Commodore 64 (C64) debutta nel 1982 e deve il nome ai 64 KB di RAM. Il nuovo modello è equipaggiato con i chip sviluppati dalla MOS Technology, il VIC-II per la grafica a colori e il SID per il suono stereo, che gli garantiscono capacità multimediali all’avanguardia.

La presentazione avviene al CES di Las Vegas, mentre la commercializzazione inizia ad agosto dello stesso anno.

Pur costando più del VIC-20 (intorno ai 595$), il C64 è progettato in modo da ridurre i costi di costruzione e contenere il prezzo finale, conquistando rapidamente grande popolarità, tanto da restare in produzione fino al fallimento di Commodore nel 1994.

Con circa 12,5 milioni di unità vendute, è considerato il personal computer più venduto di sempre.

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Commodore 64 "Biscottone" (Foto collezione privata Felice Pescatore)

Sull’onda dei buoni risultati, Commodore continua a sperimentare nuovi prodotti e nel 1985 lancia il Commodore 128, un computer compatibile col C64 ma più potente: offre 128 KB di RAM, un display testuale a 80 colonne e può eseguire software CP/M .

Allo stesso tempo, a metà decennio, Commodore inizia a produrre PC compatibili (la linea “Commodore PC”) che hanno un discreto successo in Europa.

Tuttavia, iniziano diversi problemi interni che portano Jack Tramiel a dimettersi da presidente e CEO nell’aprile del 1984. Tramiel fonda subito dopo la nuova Atari Corporation, portando via con sé parte del management, causando così a Commodore una perdita di  slancio nella gestione.

Pochi mesi dopo, nel giugno 1984, Commodore presenta il Plus/4, un home computer pensato per l’ufficio. Il Plus/4 fa' parte della serie 264 e deve il proprio nome al fatto che include direttamente in ROM quattro programmi applicativi da ufficio (foglio di calcolo, word processor, agenda, database).

 L’idea é ambiziosa, e vincente sulla carta, ma il risultato fu deludente: per far entrare tutto in una sola ROM molti aspetti sono stati semplificati o eliminati, rendendo il sistema meno versatile di quanto promesso. In pratica, il Plus/4 risulta poco compatibile con il vasto parco software del C64 e, nonostante il prezzo concorrenziale di 299$, vende solo circa 400.000 unità.

L’insuccesso del Plus/4 segna, inoltre, la fine dell'espansione di Commodore: da quel momento l’azienda si trova in difficoltà nel competere con i diretti rivali.

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Commodore Plus/4 (Foto di Thorsten Kuphaldt (Commodore Computer Online Museum), caricata da Foofy, via Wikimedia Commons – CC BY‑SA 3.0)

Negli anni successivi, Commodore si concentra sui computer Amiga (acquisita nel 1984) e su nuove periferiche multimediali.

Nel 1985 nasce l’Amiga 1000, un personal computer 16/32-bit molto avanzato nel campo multimediale.

Ma, nonostante il successo tecnico dei sistemi Amiga, le scelte aziendali si dimostrano sempre più errate, con perdite crescenti che portano alla bancarotta ad aprile del 1994. 

Tutti i beni societari vengono ceduti a terzi (prima Escom, poi Gateway e altri) e il marchio “Commodore” sopravvive oggi solo come nostalgica etichetta commerciale.

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