BLIT

Grazie al numero impressionante di articoli relativi alla storia informatica, tutti sappiamo ormai che l’eccezionale GUI del LISA si deve al lavoro svolto presso lo XEROX PARC e all’ostinazione di Jobs nel trasformare il “mondo a finestre” in un prodotto di massa.

Tra l’OS del Lisa e il “Pilot” dello Star esiste però un terzo attore, di cui si parla poco ma che riesce addirittura ad accreditarsi la palma di prima GUI Multitasking.

Si tratta di Blit Terminal  (anche semplicemente Blit), ovvero il Bitmap Graphics Terminal realizzato nei Bell Labs nel 1982 da Rob Pike e Bart Locanthi Jr

pike locanthi

Rob Pike e Bart Locanthi Jr

Il nome “Blit” deriva dall’operazione “Bit BLIT” che combina un insieme di bitmap primitive per ottenere un elemento complesso attraverso un Raster Operator. L’intero processo è stato messo a punto per lo Xerox Alto (e come poteva essere altrimenti!) con una routine chiamata BitBLT.

In realtà i Bell Labs con Blit indicano non soltanto il software, ma l’insieme tra esso (Blit Software) e l’hardware (Blit Hardware) del terminale, basato su CPU Motorola MC68000 da 4MHz, un display con risoluzione 800x1024x1 bit, 256Kb di memoria condivisa, 24Kb di Rom e una porta seriale RS-232.

L’interazione con il sistema avviene tramite la tastiera o il mouse in dotazione.

Il terminale ha una doppia modalità di funzionamento: quando veniva lanciato somiglia decisamente al classico terminale testuale del DEC VT100, con tanto di cursore e relative sequenze di escape accettate. Quando si collega all’ host Unix, può scaricare (tramite il comando mpx) il software necessario a renderizzare una completa GUI e gli specifici device per la gestione delle periferiche specifiche come, ad esempio, il mouse.

Il pacchetto completo acquista il nome di MPXTEM, e può essere logicamente scomposto nel Windows Environment MUX (realizzato da Pike), in grado di gestire finestre multiple e le relative interazioni, e nelle routine di multiplexing per la comunicazione tra terminale e host.

Da evidenziare che non esiste un processore grafico dedicato, ma le operazioni video vengono interamente gestite sempre dalla CPU Motorola.

Lo scopo di BLIT, come evidenziato dallo stesso Pike in “The Blit: A Multiplexed Graphics Terminal”, e' quello di 

“… [BLIT] exploits the multiprogramming capabilities of the Unix system which have been largely  underutilized because of the restrictions of conventional terminals.”

 [{BLIT} sfrutta le funzionalità di multiprogrammazione del sistema Unix, in gran parte sottoutilizzate a causa delle restrizioni dei terminali tradizionali.

e il tutto passava attraverso una gestione asincrona delle finestre, che hanno uno spazio proprio sullo schermo e sono in grado sia di soprapporsi (overlap) che di aggiornarsi indipendentemente dal resto degli elementi presenti sul display.

L’insieme di queste funzionalità viene definito Layers e ogni nuova finestra viene avviata con un emulatore di terminale da cui scaricare e lanciare applicazioni complesse come: editorterminali avanzati, ecc.

at t 5620

Schermata del terminale AT&T 5620 “Blit” (Immagine di Marcin Wichary – Licenza CC BY 2.0 via Wikimedia Commons) 

La tecnologia alla base di Blit viene utilizzata nei prodotti commerciali di AT&T e Teletype ed ha influenzato in modo rilevante lo sviluppo di X Window.

Inoltre, dalla presentazione di Blit, termini come “Terminal” (Terminale) e “Layers” (Livelli) sono diventati di uso comune in riferimento ai windows management system.

Free Joomla templates by Ltheme