Computer Associates

Computer Associates nasce nel 1976 dall’intuizione di Russell Artzt e Charles B. Wang, in un momento di svolta per l’industria: l’“unbundling” di IBM separa il software dall’hardware e crea, di fatto, un mercato autonomo per gli strumenti di sistema.

artzt wang storia informaticaRussell Artzt e Charles B. Wang

L’idea fondativa è precisa e poco appariscente: diventare il fornitore delle “tubature” invisibili che fanno funzionare i grandi elaboratori. Utility, sicurezza, database, gestione: tutto ciò che non finisce sulla scrivania degli utenti ma che determina prestazioni, affidabilità e continuità dei servizi.

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In questo quadro prende forma il primo successo, CA-SORT, un ordinatore ad alte prestazioni che riduce i tempi delle lavorazioni batch e libera risorse preziose nei data center. Il modello licenze + manutenzione garantisce cassa ricorrente e relazioni stabili con i clienti; soprattutto, apre la porta a un approccio commerciale consultivo, in cui ogni vendita è il preludio a un ampliamento del parco installato. 

Sulla scia di CA-SORT, l’azienda imbocca presto la strada delle acquisizioni mirate.

Nel 1985 entra Top Secret, sistema di controllo degli accessi per ambienti IBM che intercetta una sensibilità in crescita: con l’aumento degli utenti e delle applicazioni, la sicurezza non può più essere un insieme di regole informali, ma deve tradursi in un prodotto con policy, ruoli, auditing. L’anno 1987 porta in dote UCCEL con i suoi schedulatori e, soprattutto, ACF2: insieme a RACF di IBM e a Top Secret, ACF2 definisce per anni la “triade” della sicurezza su z/OS.

Nel 1988 l’acquisizione di Applied Data Research mette in casa Datacom/DB, mentre nel 1989 l’arrivo di Cullinet porta IDMS, DBMS gerarchico-reticolare di fascia alta molto diffuso nelle grandi organizzazioni.

Verso il 1990 il mosaico è chiaro: CA è già “il” grande aggregatore del software di base per il mondo IBM, con un listino che tocca i punti nevralgici dei sistemi informativi.

Questa identità “di sistema” non impedisce, però, di guardare al fermento che si muove fuori dal data center. Fin da metà anni ’80 la società mette un piede nel personal computing acquisendo applicazioni d’ufficio: SuperCalc (il foglio elettronico erede della scuola Sorcim) ed EasyWriter (videoscrittura) proiettano il marchio oltre la sala macchine.

ca supercalc collezione fpCA SuperCalc (Foto collezione privata Felice Pescatore)

L’uscita di SuperCalc 5 nel 1990, con grafici e funzioni database, dimostra la volontà di competere su funzionalità concrete, benché il mercato del desktop, sempre più dominato da Lotus e poi da Microsoft, richieda tempi e logiche diverse rispetto al software d’infrastruttura. Per CA è anche un laboratorio culturale: sul PC l’utente finale decide in prima persona, la curva di apprendimento e il prezzo contano quanto le “specifiche”.

Tra 1990 e 1992, con Windows che passa dalla promessa all’adozione di massa, CA rafforza l’offerta desktop attraverso l’acquisizione di Cricket Software, editore noto per Cricket Presents (presentazioni), Cricket Graph (grafici) e Cricket Draw (disegno). I prodotti vengono ribattezzati CA-Cricket Presents/Graph/Draw e posizionati con un messaggio molto diretto: strumenti pragmatici, integrazione semplice fra i componenti (grafici creati in Graph e inseriti in Presents con pochi passaggi), prezzo aggressivo.

In alcuni casi, Presents si colloca a circa metà del costo dei leader di mercato: un modo per intercettare reparti e piccole strutture che hanno bisogno di “fare” più che di collezionare funzioni di nicchia. Accanto alla linea CA-Cricket arriva CA-Textor (1992), videoscrittura entry-level per Windows pensata per essere veloce da adottare e poco esigente in termini di formazione. Nonostante lo sforzo, il marchio rimane poco noto, mentre SuperCalc mantiene una quota minoritaria e si consolida l’idea che la vera forza di CA continui a vivere “dietro le quinte”, nelle utility, nella sicurezza e nei database. 

ca cricket collezione fpCA Cricket (Foto collezione privata Felice Pescatore)

Il 1992 segna anche un ingresso strutturale in un altro universo, quello degli sviluppatori PC.

Con l’acquisizione di Nantucket, creatrice di Clipper, CA porta in casa il compilatore xBase più amato della stagione DOS. Clipper ha formato una generazione di programmatori “di mestiere” che, con librerie robuste e una community attivissima, ha scritto milioni di applicazioni gestionali su misura: contabilità, anagrafiche, magazzino, verticali per banche e assicurazioni, soluzioni per la PA locale.

Portare Clipper sotto il cappello CA significa dialogare con migliaia di software house e ISV, presidiare le reti locali e i reparti, creare opportunità di cross-sell verso strumenti di gestione e protezione anche al di fuori del mainframe.

In parallelo, prende forma il progetto “Aspen”, che in casa CA diventa Visual Objects: l’evoluzione object-oriented e nativa Windows del mondo xBase. L’obiettivo è offrire un percorso di migrazione ordinato dalle console DOS alle GUI, senza costringere gli sviluppatori a “ricominciare da zero”. Visual Objects si colloca in un ecosistema competitivo vivace, Visual Basic da un lato, Delphi dall’altro, ma gioca la carta della continuità: mantenere un linguaggio familiare e, insieme, aprire le porte a un modello a oggetti più moderno, capace di dialogare con le API di Windows e con le nuove regole del client/server.

Anche qui, al di là delle quote, conta il segnale strategico: CA non pensa più solo al gestore del data center; vuole parlare anche a chi, nelle PMI e nei reparti IT, costruisce il software che tiene in piedi operatività e processi.

Questa doppia esposizione, al mainframe e al PC, non è una contraddizione ma una coerenza: sul grande sistema CA offre stabilità, controllo degli accessi, gestione delle basi dati e strumenti di governance. Sul desktop e nelle LAN costruisce relazioni con gli utenti finali e con gli sviluppatori che implementano i processi “di frontiera”.

È un modo di prepararsi a un mondo che sta cambiando, quello del client/server e poi delle reti pervasive, in cui la capacità di integrare ambienti eterogenei diventerà più importante del singolo prodotto brillante. Persino le esperienze meno clamorose sul desktop, come CA-Cricket o CA-Textor, hanno un senso industriale: insegnano a impacchettare valore in modo comprensibile, a ridurre l’attrito d’adozione, a pensare in termini di workflow più che di feature isolate.

Intanto, nel regno d’origine, il lavoro continua. Le utility come CA-SORT rimangono il metronomo della produzione batch, mentre Top Secret e ACF2 consolidano pratiche di auditing e separazione dei doveri, infine Datacom/DB e IDMS presidiano sistemi dove la latenza non perdona. Sono mattoni che non fanno notizia ma che resistono al tempo perché risolvono problemi strutturali. È grazie a questa base, e alle relazioni coltivate nei data center, che CA può permettersi incursioni sul desktop, sperimentazioni sul pricing, scommesse sul mondo degli sviluppatori.

Alla soglia degli anni Novanta, dunque, Computer Associates ha già tracciato la rotta che la contraddistinguerà a lungo: costruire e acquisire “mattoni” infrastrutturali sul mainframe; osservare e, quando serve, entrare nel flusso del personal computing con prodotti mirati e aprire un canale con la vasta comunità degli sviluppatori PC per accompagnarne la transizione a Windows.

Sono tasselli che, presi insieme, raccontano la stessa ambizione: governare la complessità dove nasce, nel back-end dei grandi sistemi, dove si manifesta nelle postazioni e nelle applicazioni che muovono il lavoro quotidiano.

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