L’International Business Machines Corporation (IBM) affonda le sue radici nel XIX secolo.
Nel 1884 l’ingegnere Herman Hollerith fonda la Tabulating Machine Company (TMC) sviluppando una macchina tabulatrice elettromeccanica in grado di leggere dati tramite schede perforate.
Herman Hollerith
Questa innovazione rivoluziona il censimento del 1890 negli Stati Uniti: grazie alla tabulatrice di Hollerith i dati di 63 milioni di persone vengono elaborati in due anni anziché sette come accade nel censimento del 1880. Il successo delle schede perforate spinge Hollerith a espandere l’attività.
Nel 1911 TMC si fonde con altre società (tra cui produttori di orologi marcatempo e bilance) dando vita alla Computing-Tabulating-Recording Company (CTR) una holding focalizzata sull’automazione delle transazioni aziendali.

Macchina Tabulatrice (foto storica risalente alla fine del XIX secolo e ampiamente diffusa in testi di dominio pubblico e archivi governativi americani come la U.S. Census Bureau o la Library of Congress)
Nel 1914 Thomas J. Watson Sr. entra in CTR come direttore generale (poi Presidente) e imprime un forte slancio commerciale: Watson forma una forza vendita d’élite e celebri i cartelli con la parola d’ordine “THINK” nei suoi uffici e motiva i dipendenti con il motto “Ever Onward” (Sempre avanti). Sotto la sua guida l’azienda cresce rapidamente e nel 1924 assume il nome International Business Machines (IBM) per riflettere un’offerta ormai ben oltre le sole tabulatrici.

Thomas J. Watson Sr. (Foto verosimilmente di pubblico dominio)
In questi anni IBM domina il settore delle macchine per l’elaborazione dati con le schede perforate e diffonde registratori di cassa e bilance e soprattutto tabulatori presso aziende e governi di tutto il mondo.
Nel 1933 IBM apre la sua sede italiana a Milano (la Watson Italiana) e segno della crescente presenza internazionale.
Nonostante la Grande Depressione degli anni ’30, IBM continua a prosperare: nel 1935 le sue macchine vengono scelte per gestire l’ambizioso programma di Social Security del New Deal di Roosevelt (il primo sistema previdenziale di massa) e assicurano all’azienda entrate stabili in un periodo di crisi. Questa commessa consolida la reputazione di IBM come partner tecnologico strategico per il settore pubblico e contribuisce a salvaguardare l’azienda dalla recessione.
Alla fine degli anni ’30 IBM perfeziona le sue macchine contabili e incrementa l’automazione d’ufficio introducendo prodotti come strumenti di scrittura e calcolo elettromeccanici.
Durante la Seconda Guerra Mondiale IBM converte parte della produzione a supporto dello sforzo bellico (ad esempio producendo componenti d’arma e fornendo apparecchiature crittografiche) e mentre continua a sviluppare tecnologie informatiche primitive. Qui si apre una parentesi sui legami tra IBM e i regimi nazi-fascisti e il tentativo di tenere quanto più possibile "nascosto" il tutto, scaricando la responsabilità sulle controllate tedesche ed italiane.
È possibile approfondire il tema leggendo lo speciale: IBM, Dehomag e il Terzo ReichIBM, Dehomag e il Terzo Reich.
Nel 1944 IBM collabora con la Harvard University alla realizzazione del Mark I uno dei primi calcolatori elettromeccanici automatici e lungo oltre 15 metri e controllato da schede perforate. Questo progetto segna l’ingresso di IBM nel campo dei calcolatori programmabili e anche se Thomas Watson Sr. si mostra inizialmente scettico verso l’elettronica pura. Negli anni ’40 IBM realizza progressi incrementali e affianca dispositivi elettronici ai tradizionali sistemi a schede perforate.
Un punto di svolta arriva quando la concorrente Remington Rand consegna nel 1951 l’UNIVAC I (primo calcolatore commerciale elettronico) al Census Bureau americano. Il successo dell’UNIVAC convince Watson che IBM deve accelerare nell’elettronica.
Già nel 1952 il figlio, Thomas Watson Jr., assume la guida operativa di IBM e avvia la trasformazione verso i computer elettronici su larga scala.

UNIVAC I al “Computer History Museum” (Fonte immagine: Wikimedia Commons – Foto di Dicklyon, licenza CC BY-SA 4.0)